Cresce la preoccupazione dentro la Lega: proveranno a consumarci e a consumare Salvini
di Francesco Verderami
Certo, Giorgetti non avrebbe mai suonato a un citofono, così come non avrebbe mai detto ai senatori della Lega di votare l’autorizzazione a procedere contro il loro segretario. Ma il problema per Giorgetti non è questo, non è il modo in cui Salvini ha personalizzato la sfida in Emilia-Romagna, e in fondo comprende che «Matteo abbia voluto fare a modo suo, giocando se stesso, quindi giocandosi tutto». Per Giorgetti il vero problema è un altro, sta nelle domande retoriche che ha posto alla presentazione del libro «Popolo ed elite», pubblicato dagli Amici di Marco Biagi ed edito da Marsilio: «Se c’è un governo democraticamente eletto dal popolo che non sta bene alle elite, va rimosso o no?». «Il verdetto popolare va accettato in ogni caso o solo in taluni casi?». E infine: «Il luogo dove si decide è il governo della Repubblica italiana? No».
Parlando della «democrazia che non funziona più», l’ex sottosegretario alla Presidenza ha indirettamente reso pubblico il tema di cui si parla (e non da oggi) nella Lega come nei palazzi della politica e delle istituzioni, in Italia come in Europa: in caso di vittoria elettorale, Salvini diventerebbe premier? Far metabolizzare al diretto interessato quanto sia intricata la faccenda «questo è un altro problema», ha ammesso Giorgetti al termine del dibattito: «E visto che vuol metterci l’uno contro l’altro — ha sorriso per sdrammatizzare — la stampa scriva pure che potrei fare il premier io al suo posto…». Ovviamente è stato un modo per esorcizzare la questione, per chiudere un discorso pesante che inevitabilmente sarà destinato a tener banco di qui in avanti, specie se la legislatura arriverà al termine naturale.
Pages: 1 2