Roma, psicosi coronavirus. Il Conservatorio di Santa Cecilia impone: “Visita obbligatoria per tutti gli allievi orientali”

E’ successo a Roma, nel pomeriggio, al Conservatorio di Santa Cecilia, istituzione romana in via dei Greci (da non confondersi con l’Accademia di Santa Cecilia che ha sede al Parco della Musica) e ha preso forma nelle mail che abitualmente il direttore utilizza per dialogare con i circa 160 docenti dell’istituzione musicale. La gran parte dei prof sono rimasti senza parole. “Allibiti”, spiega una insegnante di musica, “così lediamo il diritto degli studenti a frequentare i nostri corsi. Poi il direttore fa riferimento a un medico del Conservatorio. Ma quale dottore? Non ne abbiamo mai avuto uno. Mi sembra una comunicazione folle, che discrimina, diffonde paura, un’assurdità. A meno che non siano successi fatti specifici che però il direttore non ha precisato”.

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Lo screening, secondo le volontà del direttore, sarebbe esteso a tutti i cittadini orientali indiscriminatamente a prescindere dal fatto che siano andati o meno di recente in patria. La gran parte degli studenti – e tra questi appunto cinesi, giapponesi, coreani – vive a Roma e nelle immediate vicinanze da tempo e spesso si tratta di cittadini figli di migranti di seconda generazione che non hanno alcun rapporto con i paesi orientali di provenienza. E ancora la prof: “Spero che si tratti di un errore, o di uno scherzo, ma anche se lo fosse sarebbe davvero di pessimo gusto. La notizia si è sparsa tra gli allievi e uno dei miei, di origine coreane, mi detto quasi in lacrime. Prof, ma io domani posso venire a lezione o no? ”

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