Coronavirus, Concetta tra laboratorio e basket: «Prezioso è stato avere un marito che cambiava i pannolini»
di Margherita De Bac
«Non vedo l’ora di tornare alla normalità. Spero che la mia vita non cambi perché mi piace esattamente come è adesso», ride Concetta Castilletti, 56 anni, una delle tre virologhe dello Spallanzani che hanno materialmente inchiodato il nuovo coronavirus. La risata e la solarità sono le caratteristiche inconfondibili di questa donna gentile, priva di ogni spunto polemico in tutte le situazioni, che all’abilità in laboratorio unisce una dote rara: non distaccarsi da ciò che le ruota attorno, non rinchiudersi nella torre d’avorio che molto spesso è il rifugio dei ricercatori.
Come è riuscita a conciliare l’impegno professionale con la famiglia?
«Il segreto? La condivisione della vita domestica con mio marito. Fra
noi non sono mai esistiti compartimenti stagni, né recriminazioni del
tipo tu fai questo perché io ho fatto quell’altro. Lavorava nel mondo
dell’editoria, adesso è in pensione ma quando eravamo ambedue impegnati
chi poteva andava al supermercato o cucinava o riprendeva i bambini a
scuola. È stato sempre così, fin da quando erano piccoli. Anche lui si è
alzato la notte, per riaddormentarli. Anche lui ha cambiato i
pannolini».
Come ha gestito i piccoli, grandi problemi quotidiani?
«In laboratorio perdo la cognizione del tempo e del luogo. Non
significa trascurare o dimenticare. Mi segno tutto sull’agenda e quando
stacco prendo ad occuparmi di telefonate, commissioni, incontri. A casa
esiste la parità totale quindi affronto le mansioni con la serenità di
chi è consapevole di avere al fianco un alleato, un amico».
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