Sanremo 2020, il monologo di Rula Jebreal: “Brutalizzata e stuprata, mia madre si è voluta liberare del suo corpo”
“‘Lei aveva la biancheria intima quella sera?’, ‘Si ricorda di aver cercato su internet il nome di un anticoncezionale quella mattina?’, ‘Lei trova sexy gli uomini che indossano i jeans?’, ‘Se le donne non vogliono essere stuprate devono smetterla di vestirsi da poco di buono’”. È iniziato così, con una lista di frasi rivolte alle vittime nei processi per stupro, il monologo di Rula Jebreal sul palco di Sanremo. “In Italia ogni tre giorni viene uccisa una donna, solo la scorsa settimana ne sono state uccise sei. Negli ultimi due anni in media 88 donne al giorno hanno subito violenza, una ogni 15 minuti. Nell′80% dei casi il carnefice non deve bussare alla porta perché ha le chiavi di casa”, ha proseguito la giornalista e scrittrice.
“Sono cresciuta in un orfanotrofio, insieme a centinaia di bambine: la sera ci raccontavamo le nostre storie tristi, che toglievano il sonno. Erano le storie delle nostre mamme: stuprate, uccise”, ha detto la Jebreal sul palco dell’Ariston alternando lo straziante racconto a dati e citazioni di canzoni. Da ‘La Cura’ di Battiato a ‘La donna cannone’ di De Gregori, da ‘Sally’ di Vasco a ‘C’è tempo’ di Fossati.
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