Coronavirus, Zaia: «Studenti a casa in quarantena? Gli scienziati sono con noi»
Sembra che lo faccia quasi controvoglia. Chi altri vi dà ragione?
«Beh,
il professor Roberto Burioni che mi pare un’autorità assoluta. Su
Facebook ha scritto: “Giusta la richiesta di alcuni presidenti di
Regione della Lega di avere maggiore attenzione prima di riammettere
bambini provenienti dalla Cina nelle nostre scuole”».
Bene, incassati i due
pareri favorevoli, ora intendete andare allo scontro con il governo? Vi
pare possibile su una materia così delicata?
«Alt. Siamo
persone serie e vogliamo comportarci con senso di responsabilità. Qui la
politica non c’entra nulla e siamo i primi a sapere che di fronte ad
un’emergenza è necessario fare squadra».
E allora dove volete arrivare?
«Non
ho intenzione di prendere alcun provvedimento formale. Ma mi aspetto
dal governo una risposta scritta. Ognuno si deve assumere le sue
responsabilità. Se l’Istituto superiore di sanità sostiene che va tutto
bene, ne prendiamo atto. Ma resto della mia idea».
Vi accusano di avercela con gli immigrati cinesi.
«Una
balla. Noi poniamo il tema del pericolo di trasmissione del virus. Il
“veicolo” può essere un cinese come un italiano. Ma di che stiamo
parlando? È un problema di salute pubblica che riguarda tutti. Sbaglio o
il governo ha dichiarato lo stato di emergenza sanitaria? E allora
perché qualcuno in arrivo dalla Cina deve stare in quarantena e altri
possono tranquillamente tornare in classe? Mi diano una risposta seria».
Sembra piuttosto seccato. È perché non vi danno retta?
«No, lo spettacolo a cui stiamo assistendo è il segno di un Paese malato. Ma non del virus…».
A cosa si riferisce?
«Mah, vedo che c’è chi organizza pranzi e cene in ristoranti cinesi per solidarietà. Non discuto la buona fede, ma mi sembrano iniziative grottesche. Di fronte ad un virus che si sta diffondendo serve un approccio scientifico. Non c’entrano né i Paesi né le razze. Mi pare che anche in Cina stia prevalendo, anche a Wuhan, l’autoquarantena. Noi chiediamo un piccolo supplemento di prudenza. Se anche dovesse essere inutile, che male fa?».
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