Padre Georg Gaenswein “confinato” in Monastero. Voci su un peggioramento della salute di Ratzinger
Una possibile e autorevole decodifica di questa posizione ufficiale viene da quanto pubblicato dall’autorevole sito Il Sismografo, secondo cui le condizioni di salute di Ratzinger sono precipitate nelle ultime settimane e dunque, mons. Gaenswein, non solo suo segretario personale ma anche il suo “custode”, primo responsabile di tutto quello che serve a Joseph Ratzinger non più autosufficiente da diversi mesi, è chiamato a stare vicino, in modo permanente, all’emerito. Insomma, in queste circostanze mons. Gaenswein è stato autorizzato a privilegiare la sua vicinanza al Papa emerito e quindi dispensato di buona parte dei suoi impegni come Prefetto della Casa Pontificia, in particolare in un periodo, come febbraio e marzo, molto intenso dell’agenda del Santo Padre Francesco”.
Padre Georg rimarrà formalmente nel suo ruolo, ma già dal 24 gennaio non ha fatto più gli onori di casa Oltretevere, neppure per la visita in Vaticano del vicepresidente degli Stati Uniti, Mike Pence. Non era presente neppure alla visita del Presidente dell’Iraq Barham Salih il 25 gennaio, né in occasione dell’arrivo del presidente dell‘Argentina Alberto Fernandez (31 gennaio ) e del Principe della Corona del Bahrain Salman il 3 febbraio. L’ultima udienza generale del mercoledì cui ha assistito è stata quella del 15 gennaio.
Un chiaro segnale pubblico che indica come nel caso del pasticcio editoriale del libro firmato a quattro mani da Benedetto XVI e dal cardinale Robert Sarah sul celibato sacerdotale “Dal profondo dei nostri cuori”, pubblicato in Francia una settimana prima (il 15 gennaio 2020), in fin dei conti Gaenswein aveva svolto un ruolo non secondario. Non era bastata la richiesta da parte di Georg di correggere il frontespizio del libro (togliendo la doppia firma), e l’attribuzione di “colpa” al cardinale Sarah. Quest ultimo era rimasto con il cerino in mano, ma ha pubblicato su Twitter lo scambio di corrispondenza con Ratzinger per attestare che lui non aveva carpito in malafede il consenso. Gaenswein aveva corretto ulteriormente, parlando di un fraintendimento. Ma i contratti di edizione per l’edizione francese e le traduzioni (compresa quella italiana) parlano chiaro. Il libro – il cui impatto mediatico era facilmente prevedibile, mentre si avvicina la pubblicazione dell’Esortazione post-sinodale sull’Amazzonia in cui potrebbe essere permessa l’ordinazione sacerdotale di uomini sposati – ha indubbiamente due coautori: il cardinale Sarah e Ratzinger (93 anni il prossimo 16 aprile) che si firma però Benedetto XVI, alimentando la confusione sull’esistenza di “due Papi”.
Non è la prima volta del resto che Gaenswein finisce al centro di incidenti mediatici nei confronti di Papa Francesco. Dal discorso in cui a fine maggio 2016 aveva avanzato la tesi di “papato condiviso” tra Francesco e Benedetto, alla presentazione (11 settembre 2018) del libro di Rod Dreher “Opzione Benedetto” (San Paolo Edizioni), il cui autore, un conservatore americano, è stato qualche giorno dopo destinatario di una delle lettere in cui l’ex nunzio negli Usa, Carlo Maria Viganò, ha reclamato le dimissioni di Papa Francesco in relazione al caso del cardinale americano (ormai spretato) Theodore McCarrick.
L’HUFFPOST
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