Il cantiere elettorale sempre aperto

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di   Sabino Cassese

Il cantiere elettorale sempre aperto

L’anno è iniziato con la sentenza della Corte costituzionale sulla richiesta di referendum abrogativo della legge elettorale vigente e con la proposta di nuova legge elettorale del presidente della Commissione affari costituzionali della Camera dei deputati. La richiesta referendaria, caldeggiata dalla Lega, mirava alla soppressione dei collegi plurinominali. La proposta del presidente della Commissione affari costituzionali, che ha l’appoggio delle forze ora al governo, va nella direzione opposta, della soppressione dei collegi uninominali (con clausola di sbarramento del cinque per cento e con il cosiddetto diritto di tribuna per le forze politiche minori).

La prima strada è stata chiusa dalla Corte costituzionale. Resta aperta la seconda, contestata, però, dalla Lega e anche da una parte della sinistra. La partita è aperta e rischia di trascinarsi ancora per lungo tempo, facendo dell’Italia un Paese senza pace, nel quale le forze politiche non riescono a mettersi d’accordo su una delle più importanti regole del gioco, il modo di traduzione dei voti in seggi (la «formula elettorale»).

La Corte costituzionale ha più volte ribadito che compito della formula elettorale è di assicurare rappresentatività e governabilità. Essa non deve tradire il pluralismo del Paese, ma deve anche produrre una maggioranza parlamentare coesa, in modo da sostenere governi non effimeri.La prova del carattere transeunte dei governi italiani l’ha data il governatore della Banca d’Italia, in una intervista al Corriere della Sera del 23 dicembre scorso: egli ha osservato che, nei suoi otto anni nella carica, ha dialogato con sette diversi ministri dell’economia, mentre quelli degli altri Paesi europei erano sempre gli stessi .

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