Sanremo 2020, la terza serata: cosa è successo. Dall’amore secondo Benigni a Ronaldo in platea

È un poema dedicato alla femminilità tanto che molti autorevoli commentatori hanno pensato che l’autore, anzi l’autrice, sia una donna. L’amore fisico veniva considerato un peccato, invece qui la Bibbia esaltava proprio l’amore carnale».

In tanta poesia Benigni riesce anche a trovare l’ironia: «Noi che abbiamo avuto in sorte questo scherzo grandioso di essere al mondo, ora lo sappiamo perché. Per amore. E di amore ne facciamo sempre poco; anche i giovani, ne parlano tanto, ma ne fanno poco. Sarei per farne di più, anche stasera all’Ariston, in diretta: tutti a fare l’amore diretti da Beppe Vessicchio e come va va, sarebbe una serata bellissima».

Niente cavallo come nove anni fa, questa volta Benigni arriva a piedi, accompagnato dalla banda «come un capo di Stato». Scherza sulle sue presenze al Festival: «A Baudo agguantai i soliti ignoti, se vuoi Amadeus lo faccio anche con te, del resto è la serata delle cover… La novità di quest’ anno è che si vota anche via citofono: oh, c’è qualcuno che canta?», chiaro riferimento alle manie citofoniche di Salvini.
Tanto Benigni (il suo intervento è durato quaranta minuti), ma anche tanta musica nella serata – fin lì noiosetta – dei duetti con tutti i ventiquattro cantanti «accompagnati» nell’esibizione dei brani che hanno fatto la storia di Sanremo. Il palco si era invece acceso con l’arrivo di sette wonder woman della canzone italiana. Laura Pausini, Gianna Nannini, Elisa, Giorgia, Fiorella Mannoia, Emma Marrone, Alessandra Amoroso. Tutte insieme per presentare l’evento «Una, nessuna, centomila», il concerto (benefico) che si terrà all’Arena Campovolo di Reggio Emilia il 19 settembre per sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza contro le donne: «Una – spiega Laura Pausini – perché quando una donna lotta lo fa in fondo anche per tutte le altre donne. Nessuna perché mai più una donna debba subire violenza. Centomila come le voci del pubblico che noi speriamo sia con noi al concerto di settembre».

Intanto il Festival versione «extralong», roba da maratoneti insonni, ha ottenuto ascolti del secolo scorso: la seconda serata ha sfiorato i 10 milioni di spettatori (9 milioni 962 mila) e ha raggiunto il 53,3% di share, migliorando la media del debutto e soprattutto centrando il miglior risultato dall’edizione 1995, targata Pippo Baudo (65,4%). Numeri che fanno già parlare di un possibile «AmaDue».

CORRIERE.IT

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