Polveri bagnate

La reazione (di Renzi) è propria di uno che è spiazzato. Quel “non voteremo la prescrizione, ma non faremo cadere il governo” che l’ex premier affida ai microfoni di Circo Massimo disvela il fallimento di un disegno, quello di logorare Conte per arrivare a un cambio di inquilino a palazzo Chigi. E il prender forma, per la prima volta con concretezza, di un altro disegno, il famoso “campo” che ha in mente Zingaretti, proprio grazie al premier che, sulla prescrizione, ha rotto un tabù.

È questo che è accaduto nelle ultime ventiquattr’ore. Perché c’è poco da fare: l’accordo raggiunto sulla prescrizione nel vertice di giovedì sera, discutibile, opinabile, su cui si può discutere all’infinito è, comunque, un fatto politico, che segna un “volta pagina”. È questo che spiazza Renzi. Solo qualche giorno fa, con la consueta sopravvalutazione di sé, il leader di Italia Viva confidava ai suoi più stretti collaboratori: “Questi del Pd mi hanno fatto un regalo”. E, al tempo stesso, lasciava trapelare che, in caso di crisi, si sarebbe potuti arrivare a un altro governo, magari guidato da Franceschini, o da chiunque ma non dall’attuale inquilino di palazzo Chigi, eletto a principale responsabile delle basse percentuali elettorali di Italia Viva, perché pesca nell’elettorato centrista. Al fondo, la sua convinzione era che, sul tema, i Cinque stelle non avrebbero mai mollato sul punto, convinzione consolidata dalla convocazione della piazza da parte di Di Maio, animato dallo stessa foga nel logorare Conte che gli sta sfilando il movimento.

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