L’illusione di onnipotenza. Siamo tutti così piccoli e fragili

di MICHELE BRAMBILLA

A un amico che il 22 gennaio gli manifestava il suo dispiacere per le dimissioni da capo politico del M5S, Luigi Di Maio rispose con un sorriso: “E’ solo l’inizio…”. Si capì subito che quelle dimissioni alla vigilia di elezioni regionali prevedibilmente disastrose erano soltanto un diversivo in attesa di una nuova discesa in campo per la riconquista del potere. Il Movimento monolitico schierato a testuggine contro la Casta e il Sistema non esiste più, né potrebbe esistere. Quando un terzo dei deputati e dei senatori sono tuoi, fatalmente diventi tu Casta e Sistema. S’è visto con Tap, Tav, Ilva. 

Sia pure solo su una tratta, e per un periodo limitato, perdiamo i benefici del progresso, torniamo a muoverci, spostarci, viaggiare, calcolare gli appuntamenti e insomma vivere come dieci, vent’anni fa: e quel che allora ci era normale oggi ci pare insopportabile. Eppure questi incidenti – o queste malattie nel caso del coronavirus – possono almeno darci l’occasione per riflettere, e per sentirci meno onnipotenti di quanto presuntuosamente ci illudiamo di essere.

L’altra sera ho visto su Rai Storia uno strepitoso documentario sulla Parigi di inizio Novecento, con filmati dell’epoca.

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