Coronavirus, come si prende. Dove resiste e cosa lo uccide

di ALESSANDRO BELARDETTI

Roma, 11 febbraio 2020 – Cosa sappiamo del Coronavirus 2019-nCoV? Lo scenario cambia di giorno in giorno, punti fermi e presunti dogmi vengono messi in discussione da ricerche più o meno credibili che spuntano qua e là in giro per il mondo. L’incubazione è un rebus, incognite aleggiano anche sulla trasmissione dell’infezione. Dove resiste il virus? Come avviene il contagio? Domande a cui abbiamo cercato di dare risposta, per fare chiarezza. Ecco una fotografia della conoscenza a oggi, nel tentativo di sciogliere alcuni dubbi che il flusso incontrollato di informazioni potrebbe far insorgere. 

Quanto dura l’incubazione?

I sintomi del nuovo coronavirus possono comparire da due a 14 giorni dopo il contagio. Il tempo medio di incubazione è di 5,2 giorni – spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, dell’Università d Milano –. La trasmissibilità della malattia è legata al contatto ravvicinato con persone affette dal nuovo virus al di sotto di una distanza di un metro. Presumibilmente nella fase finale dei 14 giorni si ha un’efficacia minore dell’aggressività del virus, visto che la manifestazione cresce nel tempo, poi comincia a decrescere. Anche nella fase finale, però, si è contagiosi. Gli studi che prendiamo in esame si basano su coronavirus simili e sui pazienti che hanno ricevuto terapie in questi giorni. C’è, però, uno studio condotto da 37 specialisti, tra cui Zhong Nanshan, che è alla guida del team di medici nominati dalla Commissione Sanitaria Nazionale della Cina per occuparsi del nuovo coronavirus, che spiega come l’incubazione possa arrivare fino a 24 giorni. Dopo aver analizzato i dati provenienti da 1.099 pazienti con coronavirus gli studiosi hanno confermato che il periodo di incubazione potrebbe essere molto più lungo di quello considerati.

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