Con l’opposizione
Matteo Renzi continua a votare con le opposizioni. Giuseppe Conte decide di non forzare la mano. È l’ennesima giornata al cardiopalmo sulla prescrizione. Con Italia viva che da un lato vota insieme a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia un emendamento del deputato di +Europa Riccardo Magi che avrebbe rinviato la riforma al 2024, con la maggioranza a salvarsi per il rotto della cuffia per soli due voti. E con Giuseppe Conte a mordere il freno, furioso con l’ex rottamatore, convinto di essere l’obiettivo finale del disegno dell’alleato, ma persuaso altresì che non è ancora arrivato il momento di uno scontro frontale.
Volendo usare una metafora da western si tratta di stallo alla messicana. La classica situazione in cui i duellanti si puntano le armi addosso, senza che nessuno possa sparare avendo la certezza di rimanere indenne. Italia viva punta la pistola contro i 5 stelle, che rispondono allo stesso modo. Il Pd non si sottrae e fa la faccia brutta contro Matteo Renzi. Giuseppe Conte, un po’ arbitro del duello e un po’ parte in causa, cerca una via d’uscita dallo stallo, infuriato con l’ex rottamatore e convinto di essere lui il bersaglio grosso di un’operazione dal passo lungo. Sulla prescrizione si dispiegano le contraddizioni di una maggioranza sbrindellata. Dei quattro partiti che la compongono, uno minaccia la sfiducia a un suo ministro, un altro suona la grancassa della piazza per ribellarsi.
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