La pericolosa strategia degli ultimatum che mina la stabilità
di Massimo Franco
Sentir dire al premier che un alleato di governo si sta comportando come la maggiore forza di opposizione, in tempi normali aprirebbe una crisi. È improbabile, tuttavia, che avvenga. Il fatto che ieri Iv abbia minacciato di disertare il cdm per protesta contro la legge sulla prescrizione, è un altro colpo alla stabilità della maggioranza. Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il Pd si sono convinti che il partito di Matteo Renzi abbia scelto la «strategia della guerriglia» contro il resto della coalizione; e che i continui smarcamenti, al di là del merito dei contrasti, siano strumentali. Il suo punto di partenza, o l’illusione, è che comunque il governo «non può» cadere; e che non si andrebbe a elezioni anticipate, perché i Cinque Stelle, soprattutto, temono le urne. Si tratta di un calcolo che dà per scontata la possibilità di un logoramento progressivo dell’esecutivo; di più, che lo alimenta a tavolino giorno per giorno. E trascura l’eventualità che, distinguo dopo distinguo, alla fine si rotoli verso una situazione senza ritorno. Le voci a intermittenza di elezioni a giugno sembrano messe in circolazione più per esorcizzare questa prospettiva che per avvicinarla.
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