Locuste in Africa, coronavirus in Cina. “Tornano le piaghe d’Egitto”

Basta scorrere le cronache: da una parte l’epidemia del coronavirus che, partita dalla remota e da molti considerata ancora impenetrabile Cina, si è diffusa nel resto del pianeta terrorizzando un mondo, quello occidentale, abituato da più di un secolo a vivere in quella che viene chiamata la “comfort zone” fatta di farmaci efficaci e scoperte tecnologiche miracolose.

Coronavirus: i dati aggiornati

E l’uomo sembra non essere preparato: tanto che i meno attrezzati reagiscono come secoli fa, ghettizzando i cinesi, novelli ‘untori’ da evitare. E se ancora molto resta da fare per capire le modalità di trasmissione del virus, a Hong Kong hanno deciso di evacuare un palazzo temendo che il contagio possa avvenire attraverso le tubature dell’acqua.

Come nel Medioevo

Intere città in quarantena: accadeva con la peste, accade ora in Cina. Wuhan, cuore dell’epidemia, è una città fantasma. Le immagini hanno fatto il giro del mondo: una città di 11 milioni di abitanti deserta, chiusa in casa.

Locuste: rischio carestia

Dalla Cina all’Africa: l’invasione delle locuste è una drammatica emergenza, per ora regionale. Partito dallo Yemen lo scorso luglio, lo sciame ha raggiunto Somalia, Gibuti, Etiopia e Kenya, ma la situazione è destinata a peggiorare ed ampliarsi: i primi insetti sono arrivati da poco anche in Uganda e Tanzania. Esemplari sono stati avvistati in Tanzania mei pressi del monte Kilimanjaro.

“Tra Kenya, Somalia ed Etiopia vivono 13 milioni di persone già in situazione di insicurezza alimentare acuta, di cui 10 milioni proprio nei luoghi colpiti dalle locuste”, ha dichiarato Mark Lowcock, capo dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari. La Fao, l’Organizzazione dell’Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, ha avvertito del pericolo di carestia. I numeri sono apocalittici: decine di milioni di abitanti rischiano di restare senza cibo, una “catastrofe umanitaria”. 

I governi africani sono sul piede di guerra: in Uganda sono entrati in azione 2.000 soldati e sono stati predisposti 36mila litri di pesticidi. Lo sciame secondo gli esperti è diretto ora verso Sudan e Burundi. Il problema è che le locuste hanno iniziato “una riproduzione fuori della norma”. L’Onu ha lanciato un appello ai donatori affinché aiutino i governi dell’Africa: per ora sono stati raccolti solo 21 milioni di dollari dei 76 richiesti. C’è ancora tanto da fare.

L’invasione si espande

Negli ultimi giorni, anche Arabia Saudita, Oman, Yemen e Pakistan sono state travolte dalle locuste. In 24 ore uno sciame è in grado di percorrere fino a 150 chilometri e mangiare la stessa quantità di cibo di circa 35 mila persone. Le locuste vivono solo tre mesi, ma si riproducono molto velocemente: le femmine depongono fino a 300 uova ciascuna. In base alle stime degli esperti, in caso di mancato intervento adeguato prima dell’inizio di marzo, entro giugno il numero degli insetti rischia potenzialmente di moltiplicarsi di 500 volte, invadendo altri Paesi dell’Africa orientale. Una vera sfida logistica in zone remote e difficilmente raggiungibili.

Locuste in Oman (foto gentilmente inviata da Gabriella Daniele)

QN.NET

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