Coronavirus, come viaggiare sicuri: le regole e i consigli

di Lorenzo Salvia

Coronavirus, la paura di viaggiare. E dei controlli

La paura del virus, certo. Ma ancora di più la paura dei controlli. Il timore di rimanere impigliati in quella rete di verifiche che ormai è stata stesa negli aeroporti di mezzo mondo. E che una semplice febbriciattola, quando si viaggia può sempre capitare, si trasformi in quarantena. Magari in un Paese lontano, dopo un semplice scalo. È la sindrome da termoscan il vero granello di sabbia che in questi giorni sta bloccando chi deve partire. E anche gli ingranaggi di quella vera e propria industria nazionale che si chiama turismo.

I viaggi cancellati per il Coronavirus

Per farsi un’idea di quello che sta succedendo basta sfogliare il campionario delle disdette raccolte in queste ore dalle rete delle agenzie di viaggio. Una coppia di sposi ha annullato per maggio il viaggio di nozze in Brasile. Un’altra coppia lo ha cancellato per giugno, destinazione Caraibi. Una famiglia ha fatto retromarcia su un tour in Australia, programmato addirittura per agosto. Dalla Sicilia è stata cancellata una gita scolastica a Venezia con la motivazione, testuale, che «lì ci sono molti cinesi». Mentre non si contano le disdette verso il mare d’inverno, dalle Maldive a Zanzibar. Paura, sindrome da termoscan, psicosi. Resta il fatto che in questo momento non ci sono motivazioni reali per evitare queste destinazioni. Non c’è il cosiddetto sconsiglio del ministero degli Esteri. E chi cancella il viaggio perde i soldi, in tutto o in parte a seconda delle condizioni e del fatto che sia un viaggiatore fai da te oppure abbia scelto un tour operator. Proprio da Astoi, l’associazione dei tour operator, parlano di «reazione psicologica» che fa da freno non solo agli spostamenti ma anche «al pensiero di prenotare una vacanza in estate».

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