Salvini vuole le elezioni: “Mai al governo col Pd”. Il risiko delle Regionali

In questa chiave una convergenza di interessi con i renziani, malgrado le distanze tra i due Mattei, può starci. Ne è convinta una vecchia volpe della politica italiana come Gianfranco Rotondi, «sta avvenendo uno scambio di coppie: il centrosinistra cerca di sostituire Renzi con un pezzo di Forza Italia e Salvini sta sostituendo Fi con Renzi. Perció Salvini ha scaricato Caldoro, si è coperto già al centro con Renzi e non gliene frega più niente di Fi».

Lo scenario di un piano B leghista è rafforzato dalle parole del numero due del partito, Giancarlo Giorgetti, il colonnello che rappresenta l’anima più atlantista e meno euroscettica della Lega («Dall’euro e dall’Ue non usciamo»). L’ex sottosegretario non fa mistero di pensare all’ex presidente della Bce Mario Draghi come una figura che può prendere le redini dell’Italia. Un’ipotesi che non scalda certo il cuore dei leghisti, ma che potrebbe evitare uno scenario che preoccupa non poco: un accerchiamento giudiziario di Salvini, con una maggioranza in Parlamento pronta a mandarlo a processo. Di qui al 2023, scadenza della legislatura, il rischio logoramento sarebbe alto.

Ma c’è l’altro dossier aperto, quello dei candidati di centrodestra alle regionali. Salvini, fanno sapere da via Bellerio, non è disposto a fare troppi sconti a Fi e Fdi, facendo pesare anche la carta Zaia in Veneto, unica vittoria già sicura della coalizione. L’idea del leader leghista è di cambiare lo schema concordato, sfilarsi dalla Toscana (che rischia di diventare una seconda Emilia-Romagna) appaltandola a Forza Italia o ad un civico (si parla di Vivarelli Colonna, sindaco di Grosseto), e prendersi una delle due regioni del sud, o la Puglia o la Campania. In un vertice ad Arcore due settimane fa, però, la Meloni avrebbe alzato un muro all’ipotesi di mettere in discussione la candidatura di Raffaele Fitto in Puglia. Resta dunque la Campania. Salvini ha proposto Aurelio Tommasetti, rettore dell’Università di Salerno, però troppo marcato Lega in quanto già candidato (non eletto) alle ultime Europee. Perciò, al posto dell’azzurro Caldoro, la proposta in campo al momento è quella di Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2, molto apprezzato da Salvini ma con un curriculum e una storia di centrodestra che lo rende gradito sia a Fdi che a Berlusconi. Dunque un candidato coalizione che potrebbe far superare lo stallo in cui si trovano gli alleati (sempre che Fi digerisca la sostituzione di Caldoro). Sangiuliano, però, non ha ancora sciolto la riserva e sarebbe orientato più al no che al sì.

IL GIORNALE

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