Coronavirus: un morto in Francia, è il primo in Europa. Parigi: «Dobbiamo prepararci a una pandemia»
A Hong Kong i casi registrati sono 51 e 1 decesso. In Giappone si contano 251 episodi, di cui 218 a bordo della nave da crociera ormeggiata a Yokohama (con un decesso), a Singapore 58, in Thailandia 33, in Corea del Sud 28. Negli Stati Uniti ammontano a 15, un cittadino americano è morto in Cina, e in Europa, in Germania sono 16, in Francia 11 (con un decesso), nel Regno Unito 9, in Russia 2, in Spagna 2, in Belgio 1, così come in Svezia e in Finlandia. Nelle Filippine sono stati registrati 3 casi, incluso un decesso. Da ieri il virus è ufficialmente arrivato anche nel continente africano, con il primo caso confermato in Egitto.
In Italia, i casi sono 3: nessuno di loro è in gravi condizioni. All’alba di sabato è rientrato dalla Cina un ragazzo di 17 anni di Grado, Niccolò, che si trovava a Wuhan per un programma di studio e che da settimane cercava di rientrare. Per due volte il suo rientro era stato bloccato al gate dell’aeroporto, perché il ragazzo — che non risulta positivo al Coronavirus — aveva una leggera febbre. Il giovane, che anche oggi ha qualche linea di febbre («appare assolutamente sereno e di ottimo umore: ha chiesto del prosciutto e ha parlato al telefono con la madre, che si trova a Grado», secondo quanto riferito dall’assessore alla sanità del Lazio, Alessio D’Amato), si trova ora in quarantena all’ospedale Spallanzani di Roma. Lo stesso ospedale ha comunicato, in un bollettino medico diffuso sabato mattina, che le condizioni dei due cittadini cinesi ricoverati per il Coronavirus «sono stabili, ma con parametri emodinamici migliorati», e che quelle del cittadino italiano tornato da Wuhan «sono ottime».
In Cina, la provincia dell’Hubei — epicentro dell’epidemia — è isolata da tre settimane. Ma anche Pechino sta ora adottando misure drastiche: la capitale — per una decisione del Gruppo guida municipale, non del Partito comunista nazionale — ordina a chi rientra in città di sottoporsi ad autoquarantena di 14 giorni. «Chi non si adegua sarà responsabile davanti alla legge». A Pechino — secondo quanto riporta la Afp — moltissime attività restano sospese, e diverse aziende hanno imposto ai propri dipendenti di utilizzare il telelavoro.
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