La crisi di governo si allontana ma per l’opposizione era già chiaro il «bluff»
Non a caso ha smentito le voci, provenienti dal governo, che cercavano di tirarlo impropriamente dentro manovre e alchimie parlamentari. Non significa che l’esecutivo stia recuperando compattezza politica. Rimane debolissimo, ma per paradosso questa è la sua assicurazione sulla sopravvivenza. A parte forse il Pd, nessuna forza ha convenienza a interrompere la legislatura. Non un M5S tuttora in caduta libera; e non Iv, alla ricerca scomposta di una visibilità, che invece produce ulteriori diffidenze verso il suo leader e le sue vere intenzioni.
Questo prescinde dalla fondatezza delle sue riserve sulla sospensione della prescrizione. Sempre più spesso le mosse renziane sono percepite come strumentali, e indeboliscono anche le cause migliori. Il saldo delle polemiche lascia dunque lividi politici destinati a non scomparire presto. L’uscita del dem Goffredo Bettini su un allargamento della maggioranza è stata maldestra. E ha fornito a Iv il pretesto per dire che vogliono «cacciarlo» dal governo. Si accentua la sensazione che M5S e Pd stiano faticosamente cercando di costruire un’intesa, mentre Iv è intenzionata a smarcarsi: sebbene non fino al punto di rompere.
Ma il punto di non ritorno si può presentare a sorpresa: anche perché le punzecchiature contro il Pd e Conte continuano. Il ministro dell’Agricoltura, Teresa Bellanova, e altri renziani, sostengono che il partito di Nicola Zingaretti «si sta consegnando al populismo del M5S». Eppure, il sospetto è che Iv esasperi questa tesi per ritagliarsi un ruolo, non per rompere. Le opposizioni, però, martellano. «Renzi dice che sono pronti a lasciare gli incarichi di Governo in un minuto? Cosa aspetta? Il minuto è già passato da un pezzo», incalza il leghista Roberto Calderoli. Sa bene perché Iv aspetta: chi oggi la invita alla crisi, appena la otterrà spingerà al massimo per le elezioni.
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