Mafia, l’urlo della vedova dell’agente Schifani: “Mio fratello arrestato, per me è morto ieri”
di SALVO PALAZZOLO
Ha appena finito di leggere i giornali, che riportano la notizia dell’arresto del fratello
per associazione mafiosa, e dice: “Sono devastata per tutto questo”.
Rosaria Costa, la vedova dell’agente Vito Schifani, morto nella strage
di Capaci, non ha parole per definire il suo dolore. “E’ come se fosse
morto ieri purtroppo”, dice a Repubblica. Non lo nomina neanche
il fratello che adesso è rinchiuso nel carcere palermitano di
Pagliarelli con l’accusa di essere stato “un mafioso riservato” al
servizio della cosca mafiosa dell’Arenella, quella guidata da uno
scarcerato eccellente, Gaetano Scotto, il boss ritenuto dai magistrati
trait d’union fra mafia e ambienti deviati delle istituzioni.
“Sono devastata”, ripete. “Ma la mafia non mi fermerà”. Rosaria Costa
vive ormai da anni lontano dalla Sicilia, ma continua senza sosta il suo
impegno per la legalità. E le parole pronunciate il giorno del funerale
del marito e delle altre vittime della strage di Capaci (“Io vi
perdono, ,ma voi dovete inginocchiarvi”) sono ancora un simbolo di
ribellione, un percorso di riscatto. Chissà, forse, Rosaria sta
meditando di rilancare il suo appello, proprio a suo fratello arrestato
per associazione mafiosa. Ma per il momento è chiusa nel suo dolore.
Però, dice ancora: “Mi hanno voluto colpire al cuore per quelle parole
che ho detto. La mafia non mi fermerà, continuerò il mio impegno”.
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