Le regole che ci strangolano. Il Paese è fermo ma la burocrazia non ha fretta
In teoria, gli italiani vorrebbero dei commissari straordinari, salvo cominciare a criticarli non appena li vedessero all’opera. Eppure, in materia avremmo una tradizione non da poco. Valga per tutti l’esempio di Lorenzo Valerio, nominato da Cavour commissario straordinario con pieni poteri prima ancora che le Marche fossero conquistate. Valerio, un imprenditore piemontese di idee liberali, fu poi utilizzato da Cavour in altre situazioni difficili, sempre con ottimi risultati. Il problema vero però è un altro, ed è inutile nasconderselo. Cavour stava facendo l’Italia e era intoccabile. Oggi, invece, la gente non si fida del governo, figurarsi dei suoi eventuali commissari straordinari.
Così stiamo diventando un paese che giorno dopo giorno affonda nella burocrazia. Tutto, o quasi, viene rispettato, ma niente viene fatto. E continuiamo a impiegare sei anni per fare un tombino e non so quanti per aggiustare il tetto di una scuola. Le buche nelle strade rimangono buche. E un migliaio di ponti autostradali non si sa nemmeno di chi siano. Ma in qualche polveroso registro, conservato chissà dove, ci sarà sicuramente scritto.
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