Renzi sposta la sfida: governo istituzionale per le riforme ed elezione diretta del premier
di Maria Teresa Meli
Matteo Renzi spariglia. Nessun annuncio di rottura con Giuseppe Conte, ma all’attesissima puntata di Porta a Portadi ieri sera il leader di Italia viva annuncia che ha lanciato una petizione per raccogliere le firme dei cittadini italiani a favore dell’elezione del sindaco d’Italia.
Ovverosia l’elezione diretta del premier. E alle otto di sera, quando
commenta la performance televisiva con i suoi, l’ex segretario del Pd
spiega il suo obiettivo: «Io do per scontato che all’inizio saranno
tutti guardinghi e diffidenti, ma poi l’opposizione dirà di si. Il
problema è se si muove qualcosa anche nella maggioranza. Il Pd, visto
che questo era un suo cavallo di battaglia a rigor di logica dovrebbe
dire di sì, ma quelli ormai sono persi appresso ai grillini…». «E
allora che succederà», gli chiedono i fedelissimi con una certa
insistenza. E lui, serafico: «Se Conte, il Pd e i 5stelle non capiscono che questa è un’ottima occasione per far fruttare la legislatura
e per venire incontro agli italiani sempre più lontani dalle
istituzioni, affari loro. A quel punto noi facciamo la mozione di
sfiducia individuale a Bonafede, cade giù il governo e siccome fino al
2021 non si può andare alle elezioni, si fa un esecutivo istituzionale che porti avanti questa riforma. Immagino che a quel punto il Pd si dividerà …»
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