Coronavirus, il mondo ci osserva e decide la quarantena per l’Italia
E’ come se un pugile avesse usato la nostra faccia come un sacco di allenamento. Lo stordimento ci ha travolto in una manciata di ore. Sono le autorità bosniache che da Sarajevo adesso raccomandano in maniera decisa di non recarsi in Italia. E non solo. In Bosnia sono state approntate anche misure di controllo a tutti gli ingressi del Paese, per evitare l’accesso agli italiani, e pure per controllare chi sta rientrando dall’Italia. Le stesse misure adottate per la Cina, l’Iran, la Corea del Sud.
Per adesso gli austriaci ci stanno risparmiando. C’è stato da temere domenica sera su quell’intercity che da Venezia arrivava a Monaco. Le autorità austriache lo avevano bloccato al confine del Brennero, un contagio sospetto, due persone che sono scese a Verona e hanno raggiunto l’ospedale per fare dei controlli. C’è stato da temere domenica sera che quel blocco diventasse una chiusura permanente, l’interruzione delle nostre comunicazioni con tutto il nord Europa. E invece quell’intercity è ripartito, ha raggiunto Monaco, e il ministro dell’Economia austriaco Margarete Shramboeck ha dichiarato apertamente che l’Austria non chiuderà i suoi confini con l’Italia, anche se subito dopo ha aggiunto un ben chiaro: «per il momento».
Per il momento anche l’Irlanda ha deciso : «Non andate nelle zone colpite dal coronavirus nel nord dell’Italia», ha scritto il ministro degli Esteri in un travel advice aggiornato in queste ore. Qui vengono indicate ben cinque regioni a rischio: Lombardia, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna e anche il Lazio. E adesso il governo di Dublino sta valutando anche il che fare per la partita del Sei Nazioni di rugby Irlanda-Italia, prevista per il 7 marzo.
In Israele hanno già valutato, e il ministro della Sanità Yacov Litzman ha usato la Radio militare per le sue comunicazioni, consigliando caldamente di non venire in Italia e aggiungendo: «Noi non abbiamo timore ad imporre l’isolamento d’autorità a chi arriva dall’Italia». A Tel Aviv hanno allargato a sette le regioni a rischio coronavirus: Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte,Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Liguria.
Un piccolo sospiro di sollievo possiamo permettercelo guardando oltreoceano: gli Stati Uniti, almeno, hanno fatto delle differenziazioni e a noi nel club degli appestati ci hanno riservato un posto di privilegio: nella scala da uno a quattro, all’Italia hanno dato il rischio uno come meta di viaggio per gli americani. Quattro è invece il livello di rischio per lla Cina. Ma consolarci con gli Stati Uniti vale poco. Basta attraversare un altro oceano, quello indiano, per sconfortarci: sono stati quaranta gli italiani che bloccati dalle autorità di Mauritius. Tutti lombardi e veneti. Non sono stati fatti nemmeno scendere dall’aereo.
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