Egitto, morto l’ex presidente Hosni Mubarak: aveva 91 anni

Egitto, Mubarak torna in libertà

Dopo l’assassinio di Sadat per mano di estremisti islamici, Mubarak divenne presidente il 14 ottobre 1981: e da allora per 30 anni, fino all’11 febbraio del 2011, governò prima con saggezza ed equilibrio, poi guidando una corte sempre più vorace e violenta, un Paese che da sempre è stato al centro di ogni equilibrio nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Mubarak fu rimosso dal potere dal “supremo consiglio delle forze armate”, ovvero dalla cupola dell’esercito che aveva guidato per 30 anni, dopo le proteste di piazza del gennaio/febbraio 2011. A differenza del tunisino Ben Alì, che fuggì in Arabia Saudita, Mubarak non abbandonò il paese. Attraversò fra carcere e ospedali militari un declino dal quale ha assistito prima all’ascesa del presidente fratello musulmano Mohammed Morsi. Poi al colpo di stato dei militari di Abdel Fattah Al Sisi contro i Fratelli e infine, in questi ultimi anni, al consolidamento di un nuovo regime militare. Un governo molto più violento e spietato di quanto fosse stato il sistema che Mubarak aveva messo in piedi per controllare il paese.

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Mubarak fu prima condannato all’ergastolo per aver “cospirato” ed ordinato l’uccisione dei 239 manifestanti uccisi dalla polizia nei 18 giorni della rivolta del 2011. Da queste accuse fu totalmente assolto. Ma gli rimasero addosso a lui, ai 2 figli, a molti ministri dei suoi governi, accuse di corruzione che in questi ultimi anni hanno fatto comodo anche a molti personaggi del nuovo potere che si è consolidato attorno al nuovo presidente Sisi.

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Molti egiziani ancora oggi ricordano il periodo di Mubarak come un periodo di totale autocrazia, di corruzione crescente: ma un generale che aveva combattuto contro gli israeliani e che poi aveva ostruito la pace con loro, che aveva il rispetto di tutti i leader del mondo arabo e di capi di superpotenze come erano allora gli Stati Uniti e l’Urss, ancora oggi viene considerato in maniera diversa dal suo successore. È ancora troppo presto per capire se nell’Egitto di oggi ci sarà un’eredità Mubarak che possa trasformarsi in qualcosa di positivo per il futuro del gigante arabo. Di sicuro la distanza, il tempo che scorre, a molti fanno pensare a quell’età di Mubarak come un periodo in cui la violenza, la repressione del regime erano molto relative, quasi “paterne” rispetto agli episodi di violenza che tormentano oggi l’Egitto. Forse è un’illusione, forse oggi il regime di Mubarak avrebbe adottato gli stessi metodi di quello di Sisi. Ma come tutti i ricordi, quello di Mubarak è uno di quelli che ancora muove molti egiziani a comprensione.

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