Feste a casa e pane per gli anziani soli, così la zona rossa resiste all’isolamento

Il gruppo per i più deboli
«È la paura, il panico la prima cosa da combattere», spiega Alice Grecchi, nell’ufficio comunicazione di ActionAid, ma costretta a lavorare dal suo appartamento, come tutti gli altri codognesi in questi giorni. «Quello che per prima cosa volevo evitare sono i drammi della solitudine. In questo momento molti anziani sono soli in casa, lontani dai figli che non possono più andare a trovare, fragili davanti al virus». Per questo Alice si è iscritta al gruppo Whatsapp «Volontari per il Comune» e, in collaborazione con istituzioni e protezione civile, per due ore al giorno risponde alle linee telefoniche aperte dall’amministrazione per fornire informazioni e stare al fianco di chi chiede aiuto, «perché questa situazione di emergenza va gestita con le giuste accortezze».

Quelle che di sicuro non mancano a Rudy Tagliafierro, chef del ristorante Bollicine, il più grande di Somaglia. «Mia madre mi ha insegnato che un piatto a tavola non deve mai mancare a nessuno». Così, quando venerdì scorso si è ritrovato con settanta chili di pasta per la pizza già pronti per il weekend, ma che nessuno avrebbe mai potuto mangiare (la sua attività come le altre della zona, infatti, sono state chiuse per via dell’emergenza), non ci ha pensato due volte: «Mi sono offerto di preparare il pane e portarlo a casa degli anziani, che non possono uscire a fare la spesa. E delle famiglie più in difficoltà: per tanti, sai, la coperta era corta già prima della quarantena, figuriamoci ora».

Nella gara di solidarietà, l’attenzione di molti è rivolta ai più piccoli, che venerdì mattina le famiglie si sono trovate costrette a «prelevare» da scuola. «Come fai a spiegare a un bimbo di 5 anni che non fa altro che chiedere perché non può andare a giocare con l’amichetto, perché non può uscire da casa, parole come quarantena e coronavirus?». Ci ha pensato mamma Mara Galli con una bellissima filastrocca: «È arrivato in città un virus monello, che in testa non porta il cappello. Ma una corona lui indossa sai, fai attenzione a dove vai!». Un modo per impegnare il tempo e per raccontargli che cosa accade: «Lui l’ha imparata subito a memoria e si è divertito un sacco».

L’ingegno delle scuole
Geniale anche l’idea di Carla Rancati di Casalpusterlengo, che di figli ne ha due di dieci e due anni. «Era già tutto pronto per il carnevale: i vestiti cuciti in casa per tutta la famiglia, i giochi e le trombette. Così abbiamo deciso di fare una festa in maschera a numero chiuso», sorride Carla. Ed ecco che i bambini si sono trasformati in Leonardo Da Vinci e la Monnalisa e la casa si è riempita di coloratissimi coriandoli, come ogni Martedì Grasso che si rispetti. «Si sono divertiti un sacco e hanno anche videochiamato i compagni di scuola e i nonni» per farsi vedere e riempire di complimenti.

«Ora però con la dirigente dell’istituto scolastico di Codogno, Cecilia Cugini, stiamo pensando alla “telescuola” per tutti i bambini, perché non perdano due settimane di lezione». Un «progetto forse troppo ambizioso per un istituto di centosettanta alunni», riflette Cristina Baggi, rappresentante dei genitori, ma la buona volontà non manca. Neppure a chi, in tutta la «zona rossa», ha lanciato un concorso di disegno per bambini che saranno premiati per la loro creatività: «Il modo migliore per provare a metabolizzare ed esorcizzare questo momento».

Con l’emergenza – questo è certo – non resta indietro nessuno, neanche gli «amici animali». La clinica veterinaria di Codogno è rimasta sempre aperta, e i suoi medici, Andrea Calderone e Flavio Bonvicini, non negano le cure neanche ai piccoli pazienti rimasti fuori dai confini della «zona rossa». «Martedì ho fatto una spedizione all’esterno per recuperare un gattino scompensato diabetico. La sua proprietaria si è sempre affidata a noi, non potevo dirle di no proprio in questi giorni». E ieri mattina, dopo meno di ventiquattro ore, il micio stava già meglio, già pronto per tornare tra le braccia della sua padrona.

È cosi, solo così, che si può ricominciare: «Restando tutti uniti!», parola di Rudy e dei tanti giovani e meno giovani abitanti della «zona rossa».

LA STAMPA

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