Governo, la spallata della Lega è diventata un boomerang
di Massimo Franco
La manovra è risultata troppo scoperta, nella sua strumentalità. Per questo, pur scattando nel momento in cui il premier Giuseppe Conte è apparso indebolito dalla gestione dell’epidemia di coronavirus, si è risolta in un nulla di fatto. Peggio: in un boomerang contro il leader della Lega, Matteo Salvini, e di rimbalzo contro il capo di Iv, Matteo Renzi, indicato come sua sponda nella maggioranza.
L’idea di un governo di unità nazionale giustificato, così è stato presentato, dall’emergenza sanitaria, è apparso qualcosa di diverso: un espediente per far dimettere Conte e cambiare la coalizione. Soprattutto, ha scoperto l’affanno che Salvini sta vivendo nel ruolo di oppositore, a dispetto dei sondaggi lusinghieri; e il nervosismo dei renziani in una maggioranza nella quale si muovono con margini più stretti. Dopo l’ennesimo tentativo di sgambetto a Conte, per quanto il premier sia criticato, le diffidenze degli alleati verso Iv aumenteranno; come cresceranno quelle del resto del centrodestra nei confronti di Salvini. Perché il «governo dell’amuchina», come è stato bollato sarcasticamente a sinistra, evocando il disinfettante, è stato bocciato in primo luogo da Giorgia Meloni.
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