Alcuni miliardi per ripartire

Miliardi per guarire. E non si parla della crisi sanitaria ma di quella economica. L’Italia ha intenzione di chiedere un aiuto all’Europa mettendo sul tavolo una richiesta di tre miliardi. Anche se i più ottimisti all’interno del governo si spingono a dire: “Ce ne servono almeno dieci”. In ogni caso si tratterà di una cifra importante. Non sarà certo un atto di sfida, ma “questa volta l’Europa dovrà battere un colpo”. Punto e accapo.

Evitare di finire in una recessione irreversibile che avrebbe effetti devastanti per un Paese, come l’Italia, che se cresce, cresce la metà rispetto a Francia e Germania. E se rallenta, rallenta il doppio. Ecco,  Palazzo Chigi e via venti Settembre non intendono cedere e studiano la strategia migliore per frenare l’onda Covid-19. Al momento tutte le carte sono coperte.

In queste ore i tecnici fanno di conto, studiano i singoli dossier per avere al più presto un quadro dettagliato delle perdite dei singoli settori, mettono a punto gli strumenti utili a frenare la doppia minaccia, economica e sanitaria. Il comandamento è: fare presto. Perché in una settimana Piazza Affari ha bruciato l’11,26 per cento tornando sui livelli dell’ottobre del 2018, quando c’era il nemico dell’Europa, Matteo Salvini. Lo spread, il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i bund tedeschi, è schizzato a 171 punti base, dopo aver toccato in corso di seduta i 182 punti. Facendo dilapidare decine di miliardi agli investitori. Non solo. Le ricadute sul settore turistico sono state spaventose. E di certo non basta la sospensione dei versamenti di ritenute e contributi fino al 31 marzo.

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