Coronavirus, da dove nasce la paura degli italiani

Ma che si sia stati noi a procurare allarme sul Coronavirus, è davvero grossa. È successo infatti che un venerdì sera, al termine di una giornata con una sessantina di contagiati (uno su un milione di cittadini) il governo e le regioni hanno ordinato un coprifuoco che non ha precedenti nella storia d’Italia. Tutto chiuso: scuole cinema teatri musei chiese stadi (i ristoranti no, e non si capisce bene perché: comunque meglio così, non svegliamo il cane che dorme). Sicuramente non si poteva fare altrimenti. Ma è stata questa serrata, mai vista neppure in guerra, a seminare il panico: non i giornali, che ne hanno semplicemente dato notizia.

Certo pure noi abbiamo fatto titoli sulla Grande Paura: ma la Grande Paura era un dato di cronaca, e i giornali fanno cronaca. A spargere il terrore, semmai, sono stati certi audio circolati – naturalmente anonimi – su Whatsapp, e le idiozie complottiste diffuse sui social dai soliti che ve le diciamo noi le cose come stanno davvero. E se c’è stato qualcuno, nei giorni successivi, che ha invitato alla calma e alla lettura della realtà, ad esempio scrivendo che non ci sono morti ”per” il Coronavirus ma morti “con” il Coronavirus, ebbene ecco, quelli siamo stati noi.
Lo so che non è bello parlarsi addosso. Ma insomma, quando ci vuole ci vuole.

QN.NET

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