Lavoro, il paradosso italiano: i posti ci sono ma non si trovano i lavoratori
di BARBARA ARDU’
ROMA – Un po’ di lavoro ci sarebbe. Peccato che non si trovi chi sappia farlo. Prima nel coronavirus in Europa, l’Italia si conferma tra i primi Paesi nel mondo anche per la distanza tra offerta e domanda di lavoro. Come dire che le imprese hanno bisogno di figure professionali che però non trovano. Si sa da tempo. Ce lo ricorda puntualmente il Sistema Excelsior di Unioncamere, con un dato che si aggira attorno intorno al 32,8%. Un dato che però, secondo uno studio inedito di Manpower Group, multinazionale Usa del lavoro, è ancora ottimista. “L’Italia si conferma anche quest’anno tra i Paesi con il più elevato talent shortage al mondo – dichiara Riccardo Barberis, ad per l’Italia di Manpower – il 47% delle aziende non riesce a reclutare talenti con le giuste competenze, un dato che raggiunge l’84% nelle organizzazioni con più di 250 occupati”. Certo non accade solo da noi. Va così un po’ ovunque, tant’è che si tratta di un valore che è raddoppiato nel mondo negli ultimi dieci anni. Consoliamoci dunque perché siamo al terso posto della classifica insieme a Stati Uniti, Messico e in compagnia di Svezia, Finlandia, Ungheria e Slovenia. Su 40 Paesi analizzati solo il 18% non è toccato dal fenomeno.
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