Elezioni Israele, la vittoria di Netanyahu: “Un successo gigantesco”
di VINCENZO NIGRO
GLI manca ancora una sicura maggioranza di governo, la sua coalizione ha 59 o 60 seggi sui 61 deputati necessari a governare. E soprattutto, dal 17 marzo sarà il primo capo di governo nella storia di Israele a entrare in tribunale sotto processo per corruzione. Ma ieri notte Benjamin Netanyahu ha salutato la sua vittoria elettorale con parole chiare: “E’ stato un successo gigantesco, abbiamo fatto l’impossibile”.
Bibi ha ragione: la rimonta che ha messo in piedi negli ultimi 2 mesi, per queste terze elezioni politiche anticipate in meno di un anno, è stata davvero notevole. Per settimane tutti i sondaggi continuavano a dare in vantaggio, anche se di poco, il partito “Blu e Bianco” del suo sfidante Benny Gantz. L’ex capo di stato maggiore dell’esercito israeliano aveva dimostrato una buona capacità di tenere in piedi quella che era stata definita la “coalizione dei generali”. Un partito creato all’inizio del 2019 proprio per sfidare il Likud di Netanyahu, con il sostegno fra gli altri di 3 o 4 fra ex capi di Stato maggiore e ministri della Difesa.
Secondo gli exit poll di ieri sera alle 22, il Likud con 37 seggi sopravanza Blu e Bianco che si ferma a 33. Ma in mattinata, alle 7,30, il conteggio reale allarga la distanza: quando sono state scrutinate il 34% delle schede, il Likud sarebbe a 36 seggi mentre Blue e Bianco a 28. In percentuale il Likud sarebbe al primo posto con il 28,7 per cento dei voti, seguito dai centristi di “Blu e Bianco” con il 23,3 per cento. Al terzo posto c’è la Lista araba unita, con il 12,4 per cento dei consensi che assegnano ai deputati palestinesi-israeliani almeno 14 seggi.
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