Coronavirus, il governo: «Scuole chiuse in tutta Italia? Se ce lo chiedono gli scienziati non è escluso»

Conte chiede a tutti i partiti, anche a quelli d’opposizione, uno spirito unitario anche per approvare in Parlamento gli stanziamenti in deficit. Nel chiuso dei vertici a Palazzo Chigi, Conte rivendica la scelta di aver bloccato tutti i voli con la Cina, ringrazia i partiti per il voto unitario sul primo decreto sanitario, conferma che occorrerà sforare il deficit: sia per potenziare il sistema sanitario e scongiurarne il collasso, sia per sostenere l’economia nelle zone e nei settori più colpiti. Domani in Consiglio dei ministri arriverà un terzo decreto, per accelerare gli investimenti pubblici e sbloccare i cantieri.

«La nostra linea è improntata alla massima trasparenza – spiega Conte – vogliamo coinvolgere le Regioni, ma dobbiamo stare attenti a non discostarci dalle linee guida degli scienziati. L’attenzione è massima, stiamo prendendo delle decisioni che incidono sullo stile di vita degli italiani e siamo ancora in una situazione di allarme, secondo i dati scientifici. Il contagio potrebbe anche estendersi, non sappiamo quando raggiungeremo il picco». La preoccupazione è massima e il premier ammette che si sta ragionando di misure estreme. Chiudere gli stadi? Rinviare tutte le manifestazioni sportive? «Sarà la Lega calcio a decidere se giocare a porte chiuse o rinviare le partite». E sulle scuole: «Non possiamo escludere in assoluto la chiusura totale, anche se non è stata ancora chiesta dagli scienziati». Questo ha detto il premier nelle riunioni con i capi delegazione della maggioranza e i capigruppo di tutti i partiti.

Molto dura la relazione del ministro della Salute. Roberto Speranza ha rimarcato che bisogna ascoltare il parere degli scienziati, che prevedono l’aumento della diffusione a livello globale ancora per alcune settimane. «Perché il sistema sanitario non sia travolto» bisogna aumentare i letti negli ospedali. Se il Paese affronta momenti di caos e gli italiani stanno modificando velocemente abitudini e stili di vita, i partiti continuano a litigare. Altro che unità nazionale. Al mattino Matteo Salvini chiude bruscamente al dialogo: «È una presa in giro la sospensione delle tasse per due mesi… O il decreto migliora, oppure non avrà mai il voto della Lega». Ma a sera i presidenti dei gruppi parlamentari del Carroccio portano al premier le loro proposte. «Se Conte ha voglia di accoglierle possiamo confrontarci — è lo spirito del capogruppo Massimiliano Romeo — Se invece fanno tutto loro, il decreto se lo votano da soli». I 5 stelle propongono un loro pacchetto di proposte economiche e Italia Viva ritiene che i 3,6 miliardi di euro previsti dal governo siano pochi. Forza Italia non voterà nulla «a scatola chiusa» e Giorgia Meloni butta sulle spalle del premier «l’errore criminale» di aver criticato l’ospedale di Codogno.

CORRIERE.IT

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