L’università italiana scala il ranking per discipline: otto dipartimenti tra i primi dieci al mondo



Tra le 21 discipline dell’Università di Bologna presenti nella top 100 della nuova classifica, 4 rientrano tra i primi 50 posti al mondo: Classics & Ancient History al 19esimo posto, Modern Languages al 39esimo, Agriculture & Forestry al 39esimo e Dentistry al 40esimo. Guardando invece alle macro-aree del sapere, cioè i raggruppamenti tematici delle singole materie, l’Alma Mater è nella top 100 mondiale in tre casi: Arts & Humanities, Social Sciences & Management e Life Sciences & Medicine.


I primi atenei italiani per discipline

Ecco le università che guidano la classifica italiana nelle varie materie (subject). Accanto viene indicata la posizione nel ranking internazionale.

Accounting&Finance – Bocconi (17 posto nel ranking mondiale)
Agricolture&Forestry – Bologna (39)
Anatomy&Phisiology – Padova (39)
Anthropology – La Sapienza (tra 51-100)
Archaeology La Sapienza (8)
Architecture – Politecnico di Milano (7)
Art&Design – Politecnico di Milano (6)
Art&Humanities – Bologna (58)
Biological Sciences – La Sapienza (101-150)
Business& Management studies – Bocconi (7)
Chemistry – Bologna (51-100)
Classics&Ancient History – La Sapienza (2)
Communication&Media studies – Statale di Milano (101-150)
Computer Science&Information systems – Politecnico di Milano (40)
Dentistry – Bologna (41)
Earth&marine Sciences – Padova (101-150)
Economics&Econometrics – Bocconi (16)
Education – La Sapienza (151-200)
Engineering-Chemical – Politecnico di Milano (34)
Engineering-Civil – Politecnico di Milano (7)
Engineering-Electrical – Politecnico di Milano (17)
Engineering-Mechanical, Aeronautical – Politecnico di Milano (9)
Engineering-Mineral – Politecnico di Torino (38)
Engineering&Technology – Politecnico di Milano (20)
English Language & Literature – La Sapienza (101-150)
Environmental Sciences – Politecnico di Milano (51-100)
Geography – La Sapienza (51-100)
History – European University Institute, La Sapienza, Padova e Bologna (51-100)
Law – European University Institute, La Sapienza e Bologna (51-100)
Life Sciences & Medicine – Statale di Milano (83)
Linguistics – Bologna (101-150)
Material Science – Politecnico di Milano (51-100)
Mathematics – Politecnico di Milano (51-100)
Medicine – La Sapienza  (51-100)
Modern Languages – Bologna (39)
Natural Sciences – La Sapienza (69)
Nursing –  La Sapienza (51-100)
Pharmacy & Pharmacology – Statale di Milano (36)
Philosophy – Statale di Milano (51-100)
Physics&Astronomy – La Sapienza (35)
Politics & International Studies-  European University Institute (31)
Psychology – La Sapienza (51-100)
Social Sciencse&Management – Bocconi (16)
Sociology – European University Institute e Bologna (51-100)
Statistics – La Sapienza (51-100)
Theology&Religious studies – Torino (51-100)
Veterinary Science – Statale di Milano (45)

Peggiorati i giudizi sui programmi universitari

Se 67 dipartimenti hanno migliorato la loro posizione, non va meglio nell’analisi delle singole discipline: dei 431 programmi che la ricerca ha classificato, 86 quest’anno sono scesi nella classifica. “Complessivamente la traiettoria italiana è leggermente in discesa – spiega Jack Moran di Quaquarelli Sysmonds – è dietro quella degli altri 26 Paesi dell’Ue. Dei 2013 programmi universitari analizzati nell’Ue, il livello è quasi stabile con 562 migliorati e 561 peggiorati mentre per quanto riguarda l’Italia sono più i programmi in discesa (86) che quelli in salita (67)”.


L’università italiana vista dai datori di lavoro

Il QS World University Rankings by Subject si basa su quattro indicatori, declinati con pesi diversi per ognuna delle discipline considerate: Academic Reputation, ovvero la reputazione degli atenei nel mondo accademico; Employer Reputation, cioè le valutazioni dei datori di lavoro sulla preparazione dei laureati che vengono assunti; Citations per Paper, ovvero l’impatto scientifico della ricerca prodotta dagli atenei nei diversi settori; H-index, un indicatore che valuta sia l’impatto scientifico ottenuto che la quantità dei prodotti di ricerca realizzati.

Le università italiane hanno dato ottime prestazioni quando si tratta di garantire che i loro laureati siano apprezzati dai datori di lavoro. L’Italia è infatti al secondo posto in Ue, superata solo dalla Francia, per punteggio dato dai datori di lavoro ai laureati italiani. Dal 2016, la quota dei migliori punteggi di reputazione dei datori di lavoro raggiunti dalle università italiane è aumentata di oltre il 50%: dal 2,2% nel 2016 al 3,5% quest’anno. Per garantire ulteriori progressi, le università italiane dovrebbero continuare a porre l’occupabilità dei laureati al centro della loro missione.

Per quanto riguarda la reputazione accademica, l’Italia scende al quinto posto nell’Ue: è stata superata da Francia, Paesi Bassi, Germania e Svezia. L’Italia scende al settimo posto anche per impatto sulla ricerca, superata da Paesi Bassi, Germania, Svezia, Belgio, Danimarca e Francia e scende anche per in ambito di produttività della ricerca: è terza dietro ai paesi Bassi e alla Germania.

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