L’abbraccio che mancava

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di   Massimo Gramellini

Tutto andrà bene. Così, senza nessuna ragione a sostenerlo, se non la ragione stessa. Mentre le strade si svuotano, l’angoscia ci riempie e i profeti di sventura scalzano gli arruffapopolo dai talk-show, mani anonime hanno cominciato a scrivere «Tutto andrà bene» sopra dei post-it che appiccicano sui muri, sugli alberi, sulle serrande dei negozi. La gente passa, li vede, scuote la testa e poi continua per la sua strada, un po’ più leggera. Il web moltiplica l’effetto e rimbalza il messaggio dentro i telefonini. «Tutto andrà bene» era la frase che Gregory Peck sussurrava a Ingrid Bergman in certi filmoni ingoiati durante l’infanzia. Sono le parole che mi disse la mamma lasciandomi per la prima volta davanti al portone della scuola. Niente di che, una piccola medicina dell’anima, un integratore emotivo per le difese immunitarie.

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