L’abbraccio che mancava
Un placebo, forse, ma in certi momenti serve anche quello. «Tutto andrà bene» si coniuga al futuro, ma agisce subito. Sembra arrivato apposta per colmare il vuoto degli abbracci che non ci possiamo più dare. Si sa che l’idea è partita da una donna, una poetessa, talmente saggia da non far trapelare il suo nome, affinché tutti coloro che la imitano possano sentirsi parte dello stesso silenzioso esercito di rassicuratori. Qualunque firma toglierebbe forza al messaggio. In fondo basta mettere quella di John Lennon: «Alla fine tutto andrà bene. E se non va bene, significa che non è ancora la fine».
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