Coronavirus, i nostri doveri
di Luciano Fontana
Quello che fino a qualche giorno fa sembrava inimmaginabile è accaduto. La Lombardia, molte province dell’Emilia Romagna, del Veneto, del Piemonte e delle Marche sono trasformate in un’enorme «zona di sicurezza»: non si potrà entrare o uscire nemmeno per motivi familiari e di lavoro, se non in casi eccezionali e «comprovati». All’interno delle città e dei paesi di questa area tantissime attività vengono bloccate e vietate. È uno scatto nelle misure (i cui dettagli si stanno ancora definendo) che ci mette di fronte, se qualcuno poteva non esserne ancora convinto, alla gravità della situazione. Il virus si diffonde e contagia tanti di noi, le terapie intensive, essenziali per curare i malati più gravi, sono al limite in Lombardia. Il lavoro di medici e infermieri, eroi di questi giorni, potrebbe non bastare se non venisse arginata rapidamente la diffusione del coronavirus.
In questi giorni abbiamo ascoltato le preoccupazioni di tanti cittadini, imprenditori, commercianti e artigiani di questa parte d’Italia abituata da sempre a correre, porsi traguardi, innovare. Abbiamo capito tutti che le conseguenze sociali ed economiche di questa emergenza saranno pesanti e ci vorrà molto tempo per tornare alla normalità. Avremo il tempo per valutare se i comportamenti del governo e delle autorità pubbliche siano stati all’altezza della situazione. E se questi provvedimenti senza precedenti siano stati presi con la necessaria preparazione. Ora però è il tempo di fare tutto quello che serve per frenare e infine bloccare i contagi. Possiamo farlo solo ascoltando con attenzione cosa ci dicono gli esperti, adottando tutti i comportamenti e tutte le precauzioni che possono portarci fuori da questa situazione.
Pages: 1 2