Coronavirus, chi sono le persone più a rischio di complicazioni
di Federico Mereta
Nei pazienti deceduti e positivi al Covid-19 i sintomi di esordio più comuni sono la febbre e la dispnea (difficoltà a respirare), mentre meno comuni sono i sintomi gastrointestinali (diarrea) e l’emottisi, l’emissione di sangue dalle vie respiratorie ad esempio con un colpo di tosse. A dirlo è l’analisi dei dati dei 155 pazienti italiani deceduti al 6 marzo condotta dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss), che aggiorna quella condotta su 105 casi resa nota il 5 marzo.
Febbre e dispnea sono presenti come sintomi di esordio rispettivamente nell’86% e nell’82% dei casi esaminati. Altri sintomi iniziali riscontrati sono tosse (50%), e appunto diarrea ed emottisi (5%). «Questi dati suggeriscono che, per chi presenta solo febbre, è sufficiente allertare il proprio medico rimanendo a casa», spiega Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss.
Cardiopatici e ipertesi più esposti
Dall’analisi
dei dati sui soggetti deceduti, tuttavia, emerge anche un’altra
informazione importante. Chi soffre di patologie cardiovascolari è
comunque a rischio su questo fronte, magari perché iperteso, e appare a
maggior rischio di complicazioni gravi e di decesso legato all’infezione
da Sars-CoV-2019. L’ultima analisi dell’Iss conferma quanto verificato
in Cina da parte del Center for disease control and prevention cinese
(Ccdc) e pubblicato su JAMA. Nei decessi italiani la comorbilità più rappresentata è l’ipertensione (presente nel 74,6% del campione), seguita dalla cardiopatia ischemica (70,4%).
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