È il momento di varare buoni per la salute pubblica
Le circostanze eccezionali che a causa del coronavirus si stanno diffondendo nel mondo intero, e che in Italia hanno raggiunto livelli particolarmente preoccupanti, scuotono nel profondo le diverse psicologie nazionali. Si stanno così creando alcuni varchi nella fitta selva dei pregiudizi reciproci che in tempi ordinari paralizzano le decisioni in sistemi complessi come l’Unione Europea.
Nel nostro Paese, dobbiamo riconoscerlo, siamo poco propensi a vedere nello Stato la risultante dei costumi e dei comportamenti di noi italiani ; e ancor meno a capire che lo Stato, che spesso non apprezziamo e non rispettiamo, è il solo in grado di assicurare certe condizioni essenziali come la salute pubblica, soprattutto in situazioni di emergenza. Allo stesso modo, gli evasori fiscali sono visti da molti come furbi, non come criminali ; la politica riserva loro comprensione e tanti, tanti condoni.
In giorni come questi, la lucidità aumenta. Chiediamo al governo di governarci, di prendere provvedimenti rigorosi, di farli osservare. Ci rendiamo conto che solo lo Stato, con i suoi provvedimenti e con il sistema sanitario, è in grado di tutelare la salute pubblica. Riconosciamo che a fronte delle tasse, pesanti se siamo contribuenti onesti, lo Stato ci dà qualcosa che non potremmo comprare nel mercato. Forse ci viene perfino in mente, se abbiamo evaso, che è anche per colpa nostra se tanti pazienti contagiati rischiano di morire perché i reparti di terapia intensiva non hanno sufficiente capienza.
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