Coronavirus, paura nelle fabbriche. La voglia di sciopero è contagiosa
Ieri ci sono stati scioperi spontanei un po’ ovunque, dall’Iveco di Suzzara (dove è stato poi siglato un accordo di riorganizzazione), alla Whirlpool di Varese, alla Bitron di Milano, alla Belleli di Mantova, alla Bonfiglioli di Bologna, alla Gardner di Parma. Non dappertutto va così: chiusura per sanificazione all’Alfa di Brescia e alla Mhm di Bologna, mentre negli stabilimenti di Leonardo a Grottaglie e di Stm ad Agrate il confronto prosegue.
«In Fincantieri – osserva Mauro Masci (Fim Cisl) – la tensione è sempre più alta: le persone chiedono di fermare il lavoro». La notizia che un operaio è risultato positivo al Coronavirus ha fatto scendere in sciopero i cantieri navali di La Spezia (8 ore) e Marghera (2 ore), mentre oggi toccherà a Palermo e Ancona. «Bisogna mettere in sicurezza tutti i luoghi di lavoro», chiede la Cgil. Nelle more, «sospensioni temporanee», evoca Carmelo Barbagallo (Uil), mentre Anna Maria Furlan (Cisl) guarda al corretto funzionamento «dei servizi pubblici». «C’è totale apertura a valutare ogni soluzione compatibile», prova a svelenire il clima Enrico Carraro (Confindustria Veneto). Ma i sindacati dei trasporti lombardi temono sovraccarichi al sistema: «Bisogna circoscrivere il lavoro a derrate alimentari, merci deperibili, carburanti, medicinali».
Usb corre da sola e proclama uno sciopero generale di 32 ore: «La risposta alla scelta a metà del governo» che «cozza con l’invito pressante a rimanere a casa per contrastare l’epidemia. Altre erano le scelte, sull’esempio della Cina».
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