Coronavirus, cos’è l’immunità di gregge e perché potrebbe non funzionare
E nel caso del coronavirus questi valori sono alti?
“Come detto da più esperti, ci muoviamo in un terreno in gran parte inesplorato, ma dalle prime evidenze scientifiche è chiaro che la contagiosità del coronavirus è elevatissima. E ancora, il problema è la velocità con cui le persone vengono contagiate, una velocità che causa un gran numero di ammalati contemporaneamente e strutture sanitarie al collasso”.
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Come commentare allora la decisione del governo britannico?
“Mi sembra che così come è stata raccontata, senza altri particolari sulle azioni che saranno attuate, una dichiarazione bestiale, generica. Davvero, sotto un certo punto di vista, incommentabile”.
C’è il rischo che le azioni intraprese dall’Italia siano vanificate dall’inazione della Gran Bretagna?
“In ogni pandemia c’è il rischio di una seconda ondata di contagi in popolazioni non vaccinate. Nella diffusione di altri virus si nota che c’è una prima diffusione tra il 30 e il 60 per cento della popolazione. C’è poi una fase di calo con l’immunità di gregge e in seguito un riprersentarsi in piccoli focolai. Osserviamo questo andamento in infezioni note come il morbillo. Per questo è così importante vaccinarsi. Quindi sì, il coronavirus si assopirà, ma dovremo aspettarci nuovi focolai”.
Professore, sul coronavirus si è scritto di tutto. Da esperto, c’è qualcosa che lei vorrebbe sempre ripetere?
“Mi ha colpito che il presidente del Consiglio abbia dovuto richiamare tutti a comportamenti responsabili. Per questo non mi stancherò mai di ripetere che indipendentemente dalla mortalità o dalle guarigioni è compito di tutti contribuire agli sforzi per non far diffondere il virus. Molti sottovalutano questa malattia perché simile a un’influenza, ma i suoi effetti vanno visti nell’insieme, per l’impatto che hanno sulla sanità pubblica”.
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