Coronavirus, a Roma apre il secondo ospedale per il Covid. Altri due centri a Tor Vergata e Palocco
Roma, gli applausi della città per i medici e gli infermieri
di RORY CAPPELLI
Nelle ultime 72 ore la sua progressione sembra essersi stabilizzata:
venerdì, sabato e domenica si sono registrati rispettivamente 77, 80 e
79 nuovi casi. In totale, al momento, i contagiati sono 436. “Ma ci
stiamo comunque attrezzando a scenari peggiori”, spiega Alessio D’Amato,
assessore alla Sanità della Pisana. Da qui l’idea del doppio intervento
a Tor Vergata e nel quadrante Sud di Roma, sul litorale. “In questo
modo – continua D’Amato – soltanto nella capitale ci saranno mille posti
letto dedicati al Covid- 19”. Nel dettaglio: 257 allo Spallanzani, 133
alla Columbus, che aprirà i battenti stamattina, 80 nella clinica di
Casal Palocco, che farà da stampella al primo hub, e altrettanti a Tor
Vergata. A questi vanno aggiunti i 400 della rete ordinaria di malattie
infettive e pneumologia a cui da oggi si aggiungono 26 posti nell’ala
appena ristrutturata dell’ospedale odontoiatrico Eastman. Considerati
gli ospedali del resto del Lazio, i posti dedicati alla cura del virus
salgono a quota 1.500.
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Tutto il possibile per contenere l’infezione da cui per ora sono guariti 24 pazienti, ma che ha fatto anche 16 vittime in tutta la regione. Le ultime tre sono di ieri: al Tor Vergata è morto un 81enne, a Frosinone e Viterbo due 79enni. Tutti avevano un quadro clinico già compromesso. Per i medici e gli infermieri che li hanno seguiti non c’è stato nulla da fare.
Al capitolo sanitari, visto lo stress e i doppi turni chiesti al personale con l’emergenza, continua la campagna di assunzioni straordinarie della Pisana: si cercano infermieri, chirurghi e anestesisti, radiologi ed epidemiologi. Chiunque possa dare un contributo nel momento della crisi. Un’epidemia che in un primo momento aveva spinto la Regione a pensare di allestire un ospedale da campo installando una serie di container a Tor Vergata, negli spazi in cui Papa Giovanni Paolo II celebrò la Giornata mondiale della gioventù in occasione del Giubileo del 2000. Un’idea messa in congelatore quando è spuntata fuori la possibilità di spostare in altre strutture i reparti di medicina della torre 8 del policlinico universitario. Lì, nel giro di una settimana, verrà allestito il Covid hospital numero 3. Aprirà i battenti proprio nei giorni in cui è atteso il picco dei contagi a Roma e nel Lazio.
La speranza è che le misure di contenimento, l’auto-isolamento e la chiusura di negozi e parchi, siano state efficaci. Se la risposta sarà affermativa, la Pisana non esclude di poter soccorrere Milano: “Abbiamo già preso pazienti in terapia intensiva da Bergamo e Brescia. Se lo chiederanno e sarà possibile, ci saremo”.
Senza, però, il bisogno di tirare in ballo la riapertura del Forlanini. La petizione lanciata in rete da Massimo Martelli, già primario della chirurgia toracica dell’ex ospedale, ha raggiunto le 90 mila firme. Ma un altro medico della struttura chiusa il 30 giugno 2015, l’ex responsabile del reparto di medicina nucleare Lucio Mango, è di un altro parere: ” Non so se il professor Martelli ricorda… forse non entra da tempo al Forlanini, forse non sa che è quasi un cumulo di macerie per assenza totale di manutenzione da 5 anni, con danni strutturali evidenti. I soldi da spendere per fare una lunga e pesante ristrutturazione potrebbero essere meglio impiegati per strutture già funzionanti, come lo Spallanzani”.
REP.IT
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