Borse, nuovo crollo in Europa. Milano in calo del 6,10%. Male Wall Street

Wall Street

A Wall Street i listini perdono intorno all’8%, a metà giornata, , dopo essere scesi di oltre il 10%. Ai mercati non bastano le mosse della Fed, ovvero non credono più che gli stimoli monetari delle banche centrali bastino a impedire una recessione legata all’impatto della pandemia. Il Dow Jones cede l’8,07%, lo S&P il 7,63% e il Nasdaq il 7,41%.

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La decisione della Fed

Domenica sera, a sorpresa, la Federal Reserve ha tagliato i tassi di un punto percentuale, portandoli quasi a zero (in un range compreso tra 0 e 0,25%) e ha annunciato l’acquisto di bond per 700 miliardi di dollari per contrastare l’impatto sull’economia del coronavirus. La banca centrale americana ha inoltre emesso un’altra iniezione di liquidità per altri 500 miliardi di dollari. In azione anche banca centrale di Nuova Zelanda con tassi scesi di 75 punti base allo 0,25%. La mossa di Powell non rassicura però i mercati del Vecchio Continente e l’emergenza mette al tappeto le principali borse europee ora che il problema della pandemia non è più solo dell’Italia. il commento

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Gli acquisti della Bce

Intanto, spread in altalena durante la mattinata (QUI l’andamento dello spread in tempo reale), con un picco a 278 punti base durante i primi scambi per poi chiudere la giornata a quota 263. L’impennata del divario tra Btp e Bund tedesco spinge il rendimento del decennale italiano fino al 2,10%.
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Alcune fonti riferiscono che la Banca centrale europea, tramite Bankitalia, avrebbe comprato, lunedì, titoli di Stato italiani con acquisti di dimensioni importanti, raffreddando così lo spread dopo la fiammata di stamani. «Bankitalia sta acquistando — riferisce un delle fonti — su un conto associato alle operazioni che fanno parte del quantitative easing, con importi anche di 50 milioni su ciascuna operazione, doppi persino rispetto a quando il Qe viaggiava a 60-80 miliardi al mese». risparmi

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Il grande freddo in Asia

Tonfo dei mercati anche in Asia. Le borse asiatiche hanno chiuso in calo la prima seduta della settimana, con il Nikkei a -2,5%, Seul a – 3,19%, Shanghai a -3,4% e Shenzen a -4,38%; la peggiore è l’Australia a -9,7%.
Sul fronte delle banche centrali, con una riunione anticipata rispetto al previsto è poi scesa nuovamente in campo la Bank of Japan che ha deciso di incrementare i propri acquisti di azioni, obbligazioni e altri asset e di fornire prestiti a tasso zero per un anno a società a corto di liquidità, per aiutare l’economia a superare l’impatto dell’epidemia di Covid-19. La Banca centrale cinese aveva deciso venerdì l’iniezione di liquidità da 550 miliardi di yuan (78,8 miliardi di dollari) col taglio di 0,5-1% della riserva obbligatoria; lunedì ha immesso 100 miliardi di yuan (14,28 miliardi di dollari) con la linea di credito di medio-termine (Mlf) a un anno e al tasso del 3,15%. STATI UNITI

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Sale l’indice della paura

Inizio di settimana in salita per l’indice della volatilità Vix, ribattezzato «indice della paura» perché è un termometro della febbre sui mercati innescata dall’emergenza coronavirus. Il Chicago Board Option Exchange Volatility Index anche lunedì viaggia al di sopra dei livelli di guardia: a inizio mattinata si attesta a 58 punti, in rialzo del 23% rispetto alla chiusura di venerdì (la scorsa settimana l’indice ha superato i 65 punti, mentre nel 2008 si spinse fino a livelli record oltre quota 80). Il Vix misura la volatilità implicita delle opzioni sull’indice S&P 500 e in condizioni normali si aggira intorno ai 20 punti; tra i 20 e i 40 punti rappresenta una situazione di tensione ma non necessariamente un trend al ribasso, mentre sopra i 40 punti il Vix indica una situazione di forti tensioni e grande volatilità.

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