Coronavirus, a Bergamo stop all’ospedale degli Alpini
Duecento posti preziosi per la sopravvivenza della provincia Bergamo, dove si contano 3785 positivi, 484 in più in sole 24 ore. Le corsie sono allo stremo. Trecento contagiati si curano con l’ossigeno a casa, ma molti di loro sono destinati a peggiorare. Per questo l’ospedale dell’Ana era fondamentale: le penne nere volontarie avevano già raggiunto la Fiera per cominciare il montaggio, ricevendo le lodi di Angelo Borrelli della Protezione civile nazionale e del ministro della Difesa Lorenzo Guerini. Poi lo stop.
Il problema è che manca il personale sanitario. Gori ha detto che per presidiarlo sono in arrivo dalla Cina 30 medici e 75 infermieri. E adesso in tutta la Lombardia tutti invocano i soccorsi da Pechino. Anche l’ospedale da campo dell’Esercito che sta venendo allestito a Crema non ha ancora medici, anche lì si attendono specialisti cinesi o quelli che la Lombardia sta cercando di ingaggiare a Cuba. Macchinari, respiratori e letti rischiano di diventare inutili se nessuno si occupa di gestire le terapie. In una situazione sempre più vicina al collasso.
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