Coronavirus: diecimila morti nel mondo, Italia prima
Il presidente argentino Alberto Fernandez ha annunciato ieri sera la
realizzazione in tutto il Paese di un isolamento sociale preventivo
obbligatorio, in sostanza una quarantena, a livello nazionale, per
contrastare l’espandersi del coronavirus. La quarantena si concluderà il
31 marzo alle 24. Il rispetto della quarantena, ha sottolineato il capo
dello Stato, sarà sorvegliato dalla polizia nazionale e locale e dalle
forze armate. La misura si aggiunge ad altri provvedimenti già adottati,
come la sospensione delle lezioni fino al 31 marzo, e l’obbligo per
tutti coloro che entrano in Argentina dall’estero di mettersi in
quarantena per 14 giorni. Poco prima dell’annuncio del presidente, il
ministero della Sanità argentino aveva aggiornato il bilancio dei
contagiati dal covid-19 a 126, con un aumento rispetto al giorno
precedente di 31 casi.
Coronavirus, il Brasile chiude le frontiere a europei e asiatici
Il Brasile ha deciso di vietare l’ingresso nel Paese ai cittadini dell’Europa e di gran parte dell’Asia. Il provvedimento, che sarà in vigore a partire da lunedì, durerà per 30 giorni e riguarderà le persone non di nazionalità brasiliana che arrivano da Unione europea, Gran Bretagna, Islanda, Norvegia e Svizzera, così come da Cina, Giappone, Corea del Sud, Australia e Malesia. Sono escluse dal divieto le persone che hanno un lavoro qualificato in Brasile o che viaggiano per raggiungere la famiglia.
Cina, zero casi a Wuhan e 39 importati
Wuhan, il focolaio della pandemia del coronavirus, non ha riportato
nuovi contagi per il secondo giorno di fila: in tutta la Cina, ha
riferito la Commissione sanitaria nazionale, ci sono stati altri 39 casi
di infezione importata e 3 decessi, di cui 2 nella provincia dell’Hubei
e uno in quella del Liaoning. I casi confermati sono saliti a 80.967
totali, comprensivi di 6.569 pazienti ancora sotto trattamento medico,
di 3.248 morti e di 71.150 persone dimesse dagli ospedali, che hanno
spinto la quota dei guariti all’87,8%. Sui 39 casi importati, 14 sono
relativi al Guangdong, 8 a Shanghai, 6 a Pechino e 3 al Fujian. Infine,
uno ciascuno a Tianjin, Liaoning, Heilongjiang, Zhejiang, Shandong,
Guangxi, Sichuan e Gansu. Alla fine di giovedì i contagi di ritorno
totali sono saliti a quota 228. Sono 730 le persone dimesse ieri dagli
ospedali, mentre i casi di contagio gravi sono calati di 178 unità, a
2.136.
Ammontano a 104, ha spiegato la Commissione, le persone che sono
attualmente sotto osservazione per il sospetto di contagio, mentre sono
8.989 quelle entrate a stretto contatto con i contagiati e quindi sotto
monitoraggio.
Corea Sud, nuovi casi tornano a scendere
I nuovi casi di coronavirus in Corea del Sud sono ritornati a scendere sotto quota 100, a 87, all’indomani dell’impennata inattesa a 152: il Korea Centers for Disease Control and Prevention ha aggiornato i contagi a 8.652, in base ai dati della fine di giovedì. Sono 3 i nuovi decessi, per 94 totali, in gran parte registrati della popolazione più anziata già affetta da altre gravi patologie, come il cancro. Il tasso di mortalità per gli uomini è dell’1,53%, contro lo 0,81% delle donne: quello complessivo resta poco sopra l’1%.
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