La scuola va in rete, ma quante famiglie hanno pc e tablet?
di RICCARDO LUNA
Sono giorni in cui tutti fanno, o provare a fare, uno sforzo importante per adattarsi al nuovo mondo in cui viviamo. Nulla di eroico, nulla di comparabile all’impegno infinito degli operatori sanitari, ma subito dietro forse ci sono gli insegnanti. La scuola italiana era assolutamente impreparata per la didattica digitale: non è un’accusa verso nessuno, è una constatazione che parte dalla difficoltà che molti prof stanno facendo ancora oggi per creare una classe virtuale e proseguire i programmi ministeriali con gli studenti che li seguono in pigiama, a volte dal letto. Da un certo punto di vista non importa però cosa faranno davvero da qui a giugno: viviamo una stagione eccezionale, che può insegnare ai ragazzi e ai bambini cose più importanti di quelle che trovano nei libri di scuola. Per gli insegnanti e i genitori è una occasione straordinaria. Mi riferisco alla resilienza, all’importanza della salute, al senso profondo delle cose e al dovere di aiutarsi e rispettarsi quando si vive costretti in quattro pareti. C’è però una difficoltà pratica e insormontabile che sottovalutiamo quando parliamo delle meraviglie della scuola online e dello smart working: la dotazione tecnologica della famiglie italiane. Se consideriamo le famiglie con almeno un minore, tre su quattro non hanno un computer fisso; solo una su due ha un computer portatile; solo una su tre ha un tablet. Insomma ogni giorno in milioni di case si pone il dilemma: se hai due o più figli, a chi spetta il computer per la scuola online?
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