Quando tutto sarà finito

Quando tutto sarà finito ci verrà da ridere pensando ai populisti, agli incantatori retorici, ai falsi, ai demagoghi, agli ammaestratori di popolo in perenne diretta facebook sempre forniti di post verità. Alle contese politiche per la prescrizione… Ci sembrerà ridicola la guerra contro i diversi che ci avevano detto fondamentale per salvare il nostro Paese. L’accerchiamento ce l’abbiamo avuto in casa, siamo morti lo stesso. Gli oppressi del mondo chiedevano solo un aiuto e noi abbiamo creduto che fossero loro, il nemico. Lo abbiamo voluto credere, non abbiamo usato la ragione, ci siamo lasciati andare, meglio semplificare, ma tocca sempre a me prendere in mano i destini del mondo… Fuori, lasciamoli fuori che noi vogliamo stare in pace… E, invece. Continueranno a chiedere aiuto, ma noi, ora, quando tutto sarà finito avremo occhi per le loro lacrime, perché tante lacrime abbiamo visto e non ne possiamo più.

Quando tutto sarà finito ci ricorderemo del mondo che soffre e saremo noi dentro questo mondo. E troveremo il tempo di volgere lo sguardo oltre il nostro smartphone ed esigere giustizia per chi muore lontano da noi, ma sotto i nostri occhi nel villaggio globale. Decenni di vittime innocenti di guerre senza spiegazioni, di terrorismi armati anche dai paesi democratici, battuti quando è opportuno che spariscano, ma senza un esito, mai un esito definitivo, con milioni di profughi vissuti con fastidio, sdradicati per sempre dalla loro vita e per sempre umanità in cammino spesso verso il niente o altra morte.

Quando tutto sarà finito ci sentiremo davvero cittadini d’Europa e pretenderemo che sia costruita a nostra misura, non su quella di banchieri, speculatori, politici senza cuore e passione per l’utopia, un grande paese di tanti stati. Ci diremo che non resteremo più passivi davanti alla morte della Grecia, colpevole di aver fatto troppi debiti secondo regole da strozzini. Ci scolpiremo nella mente le immagini di persone private di tutto solo per essere state rappresentate da un governo colpevole di non aver ottemperato ad un zero virgola nel rapporto deficit/pil. Ci sarà chiaro, quando tutto sarà finito, quanto egoismo e miopia regni tra chi ha in mano i nostri destini in Europa. Che la solidarietà è scattata solo dopo che Germania e Francia hanno alzato bandiera bianca contro il coronavirus. Dopo tutto, saremo schifati da questa solidarietà su base geopolitica. Allora, le regole non contano, quando quelli che le hanno volute dicono che non valgono più, perché sull’orlo del collasso ci stanno anche loro.

Quando tutto sarà finito saremo uomini davvero e sapremo riconoscere gli occhi delle donne che soffrono. Le loro ferite saranno le nostre piaghe, saremo al loro fianco, sempre, a gridare contro tutte le violenze, i soprusi, le tirannie psicologiche, familiari e non. Sapremo guardare negli occhi i nostri figli e chi più amiamo comprendendo davvero fino in fondo qual è il bene più prezioso. Sapremo dire una parola di meno, quando è necessario. Sapremo ascoltare, riflettere, dopo una guerra senza bombardamenti che, però, ci ha avviliti e colpiti nella carne viva, nel bene che pensavamo ci fosse stato dato per sempre, senza combattere: la libertà.

Ma stiamo davvero cambiando? Stiamo davvero sentendo quanti colpi alle nostre certezze e pigrizie di un tempo stanno arrivando? Siamo davvero consapevoli che nulla potrà più essere come prima? Interroghiamoci sempre, ogni giorno. Diciamocelo cosa non dovrà essere mai più. Non dobbiamo perdere tempo, non possiamo fare da spettatori, nemmeno oggi, quando tutto sta accadendo. Perché il rischio concreto è che tutto torni, invece, al suo posto, maledettamente dove è sempre stato. Questa sarebbe la nostra solenne,  definitiva, sconfitta.

L’HUFFPOST

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