Colpiamo i furbi, salviamo gli altri

«State a casa», certo. Dobbiamo «stare a casa», ma se lasciata sola, senza orizzonti temporali e garanzie economiche, tra un po’ la gente andrà fuori di testa, e allora addio ordine e disciplina. Vivere in quattro in un bi-trilocale ventiquattro ore al giorno è dura, farlo senza le entrate a fine mese e non sapendo cosa succederà dopo è una tortura che non si merita nessuno.

Molti governatori, da Nord a Sud, stanno chiedendo di mettere in campo l’esercito per contrastare i «sordi» che continuano a comportarsi da untori. Bene, ci può anche stare. Ma, parallelamente, serve un esercito che si occupi di chi ha sentito bene e si è adeguato. Se perseguitiamo, giustamente, il commerciante che tiene aperto il bar e non ci occupiamo di quelli che i bar hanno dovuto chiuderli, non ne usciamo. Facciamo, faccia il governo, che questa volta non vinca l’Italia dei furbi ma quella degli onesti.

IL GIORNALE

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