Ora l’epidemia è asimmetrica: “Piani diversi per ogni regione”

Federico Giuliani

L’epidemia del nuovo coronavirus continua a correre senza sosta in tutta l’Italia nonostante le misure restrittive adottate dal governo quasi due settimane fa.

È tuttavia interessante prendere in considerazione l’enorme gap numerico che intercorre tra alcune regioni, in primis la Lombardia ma anche Piemone ed Emilia Romagna, e il resto del Paese. I dati parlano chiaro: come sottolinea l’agenzia Agi, nell’ultimo aumento record dei casi di ieri, 21 marzo, la metà esatta dei 6.557 nuovi pazienti infetti appartiene alla sola Lombardia. Un discorso simile impressiona ancora di più se analizziamo il dato sui decessi: in un solo giorno ci sono state 793 vittime, 546 delle quali nella regione lombarda.

Dall’inizio dell’epidemia, ha spiegato il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli, “l’84 per cento dei decessi in Italia è stato registrato in Lombardia, Emilia e Piemonte”. Ci troviamo quindi al cospetto di un’epidemia asimmetrica a più velocità che non può più spiegarsi solo con il fattore cronologico (al Nord, come noto, il contagio è partito diversi giorni prima che nel resto del Paese).

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