Coronavirus, Carlos e i medici cubani a Crema: «Resteremo finché avrete bisogno»
Tento nella vostra lingua, dottore. Muchas gracias por haber venido hasta aqui. Os estamos muy agradecidos. Grazie di essere venuti fino qui. A Crema vi siamo riconoscenti. Il viaggio?
«È
andato bene, tutti sono stati gentili e siamo riusciti a riposare in
volo. Ci hanno dato il benvenuto in aeroporto e ci hanno trasferito a
Crema».
Prima impressione della mia città? Ha visitato il nuovo ospedale da campo?
«L’impressione
è positiva. Per l’ospitalità, per il calore delle persone, piene di
gratitudine. Ora tocca a noi ricambiare. L’ospedale da campo? Mi sembra
una postazione capace di prestazioni eccellenti. Adesso è quasi pronto,
mancano gli ultimi dettagli».
Perché lo fate? Vi è stato chiesto dal vostro governo o dal governo italiano?
«Quando
c’è un evento del genere, noi siamo sempre disponibili a collaborare
con altri Paesi. Il popolo italiano aveva bisogno di noi» (qui la mappa del contagio nel mondo).
A Cuba dove lavorate?
«A Cuba
lavoriamo in ospedali, ambulatori comunitari… La brigata è composta da
vari professionisti, principalmente da specialisti di medicina interna,
terapia intensiva, pneumologi e epidemiologi».
A quali missioni avete partecipato negli ultimi anni?
«Tra
i medici che sono qui, 31 hanno partecipato ad altre missioni
internazionali. La più rilevante contro Ebola in Africa Occidentale. È
stata una missione complessa. Siamo fiduciosi che questa esperienza ci
aiuterà a lavorare meglio insieme in questa nuova situazione Covid-19».
Cambiare continente e finire in una pandemia: difficile, anche per uno specialista.
«È
complesso, ma noi abbiamo sviluppato capacità di adattamento
dall’esperienza in situazioni come terremoti, altre epidemie,
inondazioni… Siamo abituati ad adattarci ai luoghi e a subordinarci
alle autorità sanitarie locali, a rispondere ai loro protocolli per
lavorare insieme».
Quanto resterete? Le vostre famiglie a Cuba cosa dicono?
«Rimarremo
finché è necessario e finché ci sentiamo utili. Le nostre famiglie?
Sono abituate, conoscono il nostro amore per la professione. Le famiglie
sperano che finiamo la missione. Ma soprattutto che la finiamo bene».
Siete arrivati con abiti estivi, ho visto…
«(sorride)
Non siamo mai pronti per affrontare il crudo inverno! Siamo arrivati
con le nostre giacche, quelle che noi utilizziamo per il freddo
tropicale. Ma con queste temperature! Per fortuna gli amici di Crema ci
hanno subito procurato vestiti invernali».
Avete viaggiato Alitalia. Chi paga per tutto il resto?
«Non
abbiamo discusso alcun tipo di pagamento. Noi siamo qua per
collaborare, il governo italiano ci ha assicurato vitto e alloggio. La
nostra azione in questa regione è puramente solidale».
Molti in Italia lo hanno notato: gli
americani, dalla base di Aviano, hanno portato materiale sanitario
italiano negli Usa. Voi non siete nostri alleati ma siete venuti ad
aiutarci.
«Non stiamo pensando alla politica estera, siamo qui
per condividere ciò che abbiamo. Siamo medici, c’è un popolo a cui
serve aiuto, vogliamo dare una mano. Ognuno offre quello che ha dentro».
(Carmen Gonzalez Miranda ha collaborato alla traduzione)
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