Coronavirus, il Pil italiano crollerà del 6,5%. “Senza un piano comune, il futuro dell’Europa è a rischio”
di RAFFAELE RICCIARDI
MILANO – Chissà se il premier Giuseppe Conte si teneva una anticipazione delle previsioni di Prometeia sul tavolo mentre, in videoconferenza con gli altri leader europei, batteva i pugni per avere una risposta comune di ampio spessore all’emergenza del coronavirus.
Già, perché i numeri della società di consulenza e ricerca economica
suonano qualcosa di più di un allarme e giustificano il pressing al
massimo dell’Italia (questa volta in compagnia di alti Paesi, a partire
da Spagna e Francia) perché si dia vita a strumenti straordinari a
livello comunitario. Secondo gli economisti bolognesi, ipotizzando una
graduale riapertura delle attività da maggio (il che è tutto da
verificare, anche alla luce degli ultimi numeri dei contagi di nuovo in aumento)
il Pil di quest’anno crollerebbe del 6,5 per cento. In un anno solo, in
sostanza, l’Italia soffrirebbe un colpo pari a quello incassato nel
biennio 2008-2009 dalla grande crisi finanziaria. E il recupero sarebbe
lento e parziale: +3,3% nel 2021 e +1,2% nel 2022.
Rep
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