I quattro nemici dell’Italia

Francesco Boezi

Tempi straordinari obbligano gli Stati e le loro emanazioni sovra-istituzionali ad interventi economici straordinari. Sono tutti d’accordo con questo assunto nel palcoscenico geopolitico terrestre. Tutti tranne quattro nazioni appartenenti all’Unione europea. Le stesse nazioni che di avallare i coronabond, che servirebbero soprattutto a far sì che il debito pubblico delle singole realtà nazionali possa essere ammortizzato su base comune e condivisa, non ne vogliono sentir parlare. Il Consiglio europeo di ieri è stato rivelativo.

Un’epoca pandemica presuppone la necessità di un’incidenza della solidarietà senza eguali nella storia: i leader europei, quasi tutti, lo stanno ripetendo a mo’ di mantra. Persino Emmanuel Macron, dopo anni di europeismo sconfinato, sembra essersi svegliato dal sonno ideologico. Ma non è sufficiente: Germania, Olanda, Austria e Finlandia continuano ad essere contrari alla immissione sul mercato degli eurobond. Quelli pensati ad hoc per tamponare il collasso economico che potrebbe derivare, anzi probabilmente deriverà con certezza, dalla diffusione del Covid-19.

L’Italia può subire per anni le conseguenze di un atteggiamento ostruzionista senza eguali. La recessione è qualcosa di più di uno spettro previsionale. Per questo, le quattro nazioni indicate vengono definite da più fonti – una su tutte Il Mattino – alla stregua di “nemici” del nostro Paese. L’Unione europea diviene così protagonista di una spaccatura interna che per i meno ottimisti può comportare un frazionamento definitivo. Con tanti saluti all’Unione europea ed a tutti i suoi organi rappresentativi ed esecutivi. Da una parte, semplificando un po’, possiamo collocare Italia, Francia e Spagna; dall’altra, invece, sono elencabili le quattro nazioni sopracitate.

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