Coronavirus, Trump: «Aiutiamo l’Italia anche monetariamente»
di Giuseppe Sarcina
Dal nostro corrispondente
WASHINGTON – Si discute molto degli aiuti arrivati in Italia dalla Cina e dalla Russia. Un soccorso interessato, peloso, secondo alcuni politici e commentatori. Può darsi, ma gli Stati Uniti, i nostri alleati storici, che cosa stanno facendo per noi e per l’Europa? Abbiamo girato questa domanda a Donald Trump, attraverso una collega che, nella turnazione dei briefing, rappresenta anche i corrispondenti esteri accreditati alla Casa Bianca (di cui facciamo parte, come Corriere della Sera). Il presidente ha risposto che «il governo sta già aiutando il nostro Paese, anche “monetariamente”» cioè con finanziamenti. Vedremo nelle prossime ore che cosa significhi in concreto questo impegno.
Per ora, il 22 marzo scorso, il Pentagono ha inviato «un sistema mobile di stabilizzazione dei pazienti (Erpss)» al ministero della Difesa. È un’unità da 10 posti per assistere fino a 40 pazienti in 24 ore. Ma è un’iniziativa che francamente sfigura anche al cospetto della generosità dei medici cubani impegnati a Crema. Vero, anche gli Stati Uniti sono ormai investiti dall’urto devastante del coronavirus. Qualche giorno fa, in un altro incontro con la stampa, Trump ha annunciato che invierà ventilatori «principalmente a Boris Johnson e poi agli altri che ne hanno bisogno, Italia, Spagna…». Ma è comprensibile, e Trump lo ha fatto capire ieri sera rispondendo al Corriere, che in questa fase New York o la California abbiano la precedenza rispetto ai Paesi stranieri.
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